Magistratura Indipendente in prima fila

Elezioni Anm, cosa cambia dopo il voto: vince Magistratura Indipendente ma le toghe preparano l’asse anti-Nordio

L’area conservatrice prevale con 11 seggi, ma l’area progressista unita (6 seggi a Md e 9 ad Area) potrebbe ribaltare gli equilibri del parlamentino

Giustizia - di Angela Stella

29 Gennaio 2025 alle 16:00

Condividi l'articolo

Photo credits: Sara Minelli/Imagoeconomica
Photo credits: Sara Minelli/Imagoeconomica

Eletto ieri il nuovo Comitato direttivo centrale dell’Anm. Partiamo dai numeri: sul gradino più alto del podio Magistratura indipendente – 2065 voti/11 seggi – seguita da AreaDg: 1803 voti/9 seggi e Unicost: 1560 voti/8 seggi. Poi Magistratura democratica: 1081 voti/6 seggi e Articolo Centouno: 304 voti/2 seggi. Non si è presentata la vecchia Autonomia e Indipendenza dell’ex Davigo i cui voti si sono dispersi tra le varie correnti.

A prima vista potremmo dire che ha vinto la corrente conservatrice, quella più vicina al Governo, ma andando più in profondità il quadro è diverso, come sintetizza il rieletto per Md Stefano Celli: “la magistratura progressista è la prima forza del Cdc. Di questi dati bisognerà tenere conto per i prossimi passi dell’Anm”. Cosa vuol dire? Che mettendo insieme i voti di Md con quelli di Area all’interno delle toghe prevale la linea più dura contro la maggioranza e il Governo che stanno portando avanti con forza la separazione delle carriere. Dato che viene confermato anche dall’affluenza: hanno votato 6855 toghe su un totale di 8404 registrati al voto, pari all’81,57%.

Una mobilitazione di questo tipo significa che la magistratura vuole dimostrare che c’è, che è compatta e pronta a fronteggiare le battaglie che verranno. Ora l’incognita è su chi sarà il nuovo presidente e la sua nuova giunta. Banalmente si potrebbe dire che lo indicherà MI, ma per farlo ha bisogno dell’appoggio di Unicost che al momento, ci riferiscono nostre fonti, non vuole ancora posizionarsi. Aspetta di vedere cosa hanno da proporre dal gruppo guidato da Claudio Galoppi. Se invece la corrente centrista decidesse di stare con Md ed Area allora i giochi cambierebbero. Comunque il più votato in Mi è Giuseppe Tango, giovane presidente dell’Anm Palermo, mentre per Area ha preso più preferenze Rocco Maruotti, già componente del Cdc uscente. Ma niente è scontato.

Il nuovo parlamentino si riunirà l’8 febbraio e in quella data le correnti dovrebbero già essersi messe d’accordo per disegnare i nuovi equilibri perché occorre dare un volto allo sciopero e alla manifestazione del 27 febbraio, indetti contro il ddl costituzionale Nordio. La scelta migliore per l’Anm sarebbe quella di una giunta unitaria, con la possibile rotazione della figura del presidente e del segretario tra Mi ed Area. Ovviamente grande voce in capitolo avrà Md che ha raddoppiato i seggi. In attesa del nuovo organigramma abbiamo raccolto le dichiarazioni a caldo. Soddisfazione per Stefano Musolino, Segretario di Magistratura Democratica: “Abbiamo raddoppiato la nostra presenza in Cdc, in un contesto generale di ampliamento della rappresentanza della magistratura progressista. È stata un’elezione strana perché il disfacimento di A&I e la decrescita dei Centouno ha generato una distribuzione di voti su tutti i gruppi, insieme ad una crescita di votanti sintomo di grande vitalità dell’associazionismo. Ne nasce un Cdc equilibrato, variegato, colorato nel quale raccogliere l’entusiasmo e la creatività che è venuta dai magistrati più giovani, rilanciando l’azione e la visibilità della magistratura, in un momento in cui il suo volto costituzionale è messo in discussione”. “Siamo soddisfatti del risultato di Area – ha dichiarato il Segretario Giovanni Zaccaro che ha avuto un enorme consenso, nonostante la separazione con Md. Ma quel che più entusiasma è la grande affluenza alle urne che dimostra la forza e la credibilità dell’Anm, nonostante gli attacchi subiti in questi giorni”.

Il risultato è per Claudio Galoppi, Segretario di Mi, “un riconoscimento alla linea politica del gruppo: chiarezza di idee, apertura al dialogo e moderazione. Grande affermazione dei giovani”. Esprime “soddisfazione” anche Rossella Marro, Presidente di Unicost: “Il gruppo dopo una fase di profondo rinnovamento ha improntato la sua attività consiliare e associativa al rifiuto del collateralismo politico, alla tutela dell’indipendenza della magistratura, alla cura dell’unità associativa e al tentativo di un’autoriforma vera. La crescita dei consensi del gruppo (di quasi 350 voti) dimostra che la magistratura italiana rifiuta la polarizzazione tra destra e sinistra e rivendica l’importanza di riconoscersi nel modello di magistrato disegnato dalla Costituzione”.

Infine ci dice Andrea Reale dei Centouno: “Il risultato per noi non è stato lusinghiero. Ha giocato contro di noi l’inserimento del sorteggio secco per il CSM in un disegno legislativo di riforma della magistratura dal carattere punitivo, che ha consentito alle correnti tradizionali di polarizzare il voto verso quelle più forti, ritenute maggiormente in grado di fronteggiare il pericolo esterno, dimenticando i mali interni del correntismo. La questione della separazione delle carriere ha messo in ombra la critica al correntismo. Continueremo a ribadire la necessità di affrontare la questione morale e di debellare le degenerazioni delle correnti nelle Istituzioni”.

29 Gennaio 2025

Condividi l'articolo