Il governo allo sbando
Caos nel governo: le ripercussioni dopo l’evasione di Almasri organizzata da Meloni e co.
È iniziato il processo a un ragazzino di 17 anni accusato di essere scafista e che, sulla base di un decreto governativo sollecitato dagli indiziati, rischia 30 anni di carcere. Almasri lo fanno fuggire e per il ragazzino vogliono l’ergastolo...
Politica - di Piero Sansonetti

Ieri i giornali di destra erano su tutte le furie. Come anche i politici di destra (tranne qualcuno che gongolava in segreto…). Nessuno però spiegava il perché di tanta rabbia. Ci sono solo due modi per sostenere che l’avviso di garanzia (o come diavolo si chiama) spedito a Meloni e ai ministri sia infondato. O si dice che non c’è stato il reato o si dice che i colpevoli non sono quei quattro. Ma che il reato ci sia stato è un fatto evidente. Non serviva la denuncia dell’avvocato Li Gotti.
Qualcuno, presumibilmente nel governo, ha facilitato, anzi organizzato, la fuga di una persona ricercata dal Tribunale internazionale per reati di una gravità mai vista. Decine di omicidi, decine di stupri, torture, estorsioni. Questa circostanza è innegabile: nessuno al mondo può negare che questo sia successo. Si chiama notizia di reato. Che prima ancora dell’esposto di Li Gotti era scritta su tutti i giornali, e la magistratura non poteva non conoscere. Casomai il problema é: perché la magistratura non si è mossa prima? E se non fosse arrivata la denuncia di Li Gotti sarebbe rimasta silenziosa e inerte in quello che una volta si chiamava il porto delle nebbie (la procura di Roma)? Nonostante le vibrate proteste del Tribunale dell’Aja che si è visto sfuggire dalle mani, con la complicità dell’Italia, quello che considera il criminale più spietato degli ultimi anni?
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Dunque l’unica linea di difesa che rimane è dire: non siamo stati noi. Il reato c’è, qualcuno l’ha commesso, ma non Meloni, Mantovano, Nordio e Piantedosi.
Eppure i giornali di destra e i politici di destra non hanno detto: non sono stati loro. E naturalmente non potevano neanche dire: hanno fatto bene a far fuggire Almasri. Quindi si sono limitati a gridare al complotto senza contestare la legittimità dell’indagine. Si sono sprecati i paragoni con Berlusconi. Ma non c’è nessun paragone da fare. Berlusconi – a ragione o a torto, probabilmente molto a ragione – ha sempre sostenuto di non avere fatto le cose delle quali le procure lo accusavano. E quasi sempre i tribunali gli hanno dato ragione. L’unica volta – su cento – che gli hanno dato torto si è poi scoperto che la sentenza era ben teleguidata. Qui è diverso: nessuno dei ministri ha detto: non sono stato io. E addirittura, per paura, i ministri si sono rifiutati di andare in Parlamento a rispondere all’interrogazione. Atteggiamento davvero gravissimo e lesivo della democrazia. Oltre che parecchio vigliacco.
I giornali che difendono Meloni e i ministri dicono che li difendono per garantismo. Mi è caduto l’occhio sul numero di uno di questi giornali uscito il giorno prima degli avvisi di garanzia. In prima, a tutta pagina, il titolo a caratteri giganteschi diceva: “Gabbia verticale”, con riferimento all’architetto Boeri e con esultanza per la speranza che lo arrestino. Non si sa per quale reato. E il giorno dopo intitola: “Golpe di testa”, denunciando gli avvisi (obbligatori per legge) come colpo di Stato. Ora io capisco sempre i progressivi cambi di opinione. Specialmente negli intellettuali più incerti. Ma il passaggio dalla forca a Beccaria (presunto Beccaria) in 24 ore deve nascondere qualche problema di equilibrio mentale…
P.S. È iniziato il processo a un ragazzino di 17 anni accusato di essere scafista e che, sulla base di un decreto governativo sollecitato dagli indiziati, rischia 30 anni di carcere. Almasri lo fanno fuggire e per il ragazzino vogliono l’ergastolo! Dio li perdoni.