Il trasferimento
Filippo Mosca lascia la Romania, dopo quasi 2 anni trasferito in carcere a Viterbo: era stato condannato per droga
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Filippo Mosca da mercoledì 29 gennaio è in Italia, nel carcere di Viterbo. Dopo quasi un anno e nove mesi di detenzione in Romania il 30enne originario di Caltanissetta è stato trasferito in patria: in Romania era stato condannato a 8 anni e tre mesi di reclusione per traffico internazionale di sostanze stupefacenti assieme all’amico Luca Cammalleri e ad una terza persona, una giovane italiana il cui nome non è mai venuto allo scoperto.
Mosca era stato arrestato e rinchiuso prima nel carcere di Porta Alba a Costanza, successivamente dal luglio 2024 assieme a Cammalleri era stata trasferito nel penitenziario di Bucarest.
Mosca con alcuni amici si era recato ad un festival che ogni anno all’inizio di maggio si svolge a Costanza, in Romania, al Teatro estivo: era stato fermato e arrestato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti, accuse sempre respinte dallo stesso giovane e dai suoi familiari, a partire dalla madre Ornella Matraxia che ha reso la vicenda di Filippo un caso mediatico.
In Romania Mosca era stato condannato a 8 anni e tre mesi, sentenza confermata anche in Appello: a nulla erano poi valsi i tentativi di richiedere gli arresti domiciliari da parte della sua difesa, richieste sempre respinte dai giudici romeni.
L’amico Luca Cammalleri, secondo quanto appreso dall’Ansa, sarebbe stato trasferito nel carcere di Viterbo già lo scorso dicembre.
Ovviamente soddisfatta la madre di Mosca, Ornella Matraxia, che parla di “bellissima notizia”. “Finalmente ha lasciato la Romania dopo quasi due anni incredibili di sofferenza fisica, psicologica, con la sua anima che è stata lacerata e le cui ferite e cicatrici non guariranno mai più, perché sono certa che resteranno in eterno”, le sue parole all’agenzia stampa.
“Adesso, siamo felici – aggiunge la madre – perché sicuramente a Viterbo le condizioni di detenzione saranno migliori e sarà tutto più facile, perché potrà comunicare nella sua lingua, anche le piccole cose saranno più semplici. Domattina – prosegue Ornella – chiamerò il carcere di Viterbo per prendere contatti e andare a vederlo il più presto possibile”. “L’unica nota stonata – aggiunge la madre del trentenne di Caltanissetta – è che sarà possibile parlare al telefono con Filippo soltanto 10 minuti a settimana. Mentre l’unica cosa positiva del carcere romeno è stata la possibilità di telefonarci ogni giorno. Grazie a questa opportunità Filippo si è sentito meno solo e ha potuto resistere meglio alla durezza delle carceri romene. Siamo stati più vicini e ha meglio sopportato questo lungo periodo di inferno. È ora di ricominciare a lottare e andare avanti con una forza nuova, sappiamo che Filippo è in Italia”, conclude Matraxia.