Il caso dell'ex sindaco

Perché Alemanno sta in prigione: il leader fascista abbandonato da tutti

La decisione di non concedergli la condizionale è stata una prepotenza. Levargli la libertà una sopraffazione e una persecuzione. Qualcuno si indigna?

Cronaca - di Redazione Web

30 Gennaio 2025 alle 17:30

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Photo credits: Saverio De Giglio/Imagoeconomica
Photo credits: Saverio De Giglio/Imagoeconomica

Ha fatto il ministro, il sindaco, è stato uno dei più importanti capi politici della destra italiana, che oggi impazza al governo del paese. Ha allevato e promosso molti degli uomini e delle donne che oggi sono al potere. Ha combattuto decine di battaglie, politiche e sociali. In gran parte battaglie reazionarie, sovraniste, ma anche umanitarie e pacifiste. E comunque poco importa quali: le sue battaglie.

Si chiama Gianni Alemanno, ha 67 anni. Possiamo anche dire che è un fascista. Non pensiamo che si offenda. Non è un tipo che rinnega. E figuriamoci quale simpatia politica possiamo avere noi nei confronti di uno degli esponenti maggiori dell’estrema destra italiana (la famosa destra sociale, della quale è stato il leader assoluto). Però, francamente, non capiamo perché stia in prigione. L’altro ieri il giudice lo ha condannato a 22 mesi in cella, senza sconti, per avere violato alcune regole della condanna ai servizi sociali.

Alemanno non ha fatto niente. Il reato per il quale è stato condannato non esiste. Ha subito calunnie processuali per un lustro. La decisione di non concedergli la condizionale è stata una prepotenza. Levargli la libertà una sopraffazione e una persecuzione. Qualcuno si indigna? Pare che non si indigni nessuno. Né a destra né a sinistra. Garantisti dei miei stivali!

30 Gennaio 2025

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