La decisione della Cassazione
Santanchè, il processo per la truffa all’Inps di Visibilia resta a Milano: la ministra sempre più in bilico
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Il processo politicamente più indigesto per la ministra del Turismo Daniela Santanchè, già rinviata a giudizio con l’accusa di falso in bilancio nella vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore, resta a Milano.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, come anticipato dal Corriere della Sera: la competenza territoriale sul filone del caso Visibilia che vede accusata la ministra con l’ipotesi di truffa aggravata all’Inps (parte civile) in relazione alla cassa integrazione nel periodo Covid resterà infatti nel capoluogo lombardo e non verrà trasferito a Roma come richiesto dalla difesa, questione che avrebbe ovviamente dilatato i tempi.
L’indagine sulla presunta truffa all’Inps da parte di Visibilia sulla cassa integrazione Covid nasce dalle dichiarazioni di una ex dirigente della società: quest’ultima aveva registrato conversazioni col compagno della ministra, Dimitri Kunz (a sua volta indagato assieme a Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie del gruppo Visibilia) e aveva poi raccontato di aver continuato regolarmente a lavorare quando, nel periodo tra marzo 2020 e novembre 2021, era ufficialmente in cassa integrazione a zero ore nel periodo Covid. Per i pm milanesi Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi i dipendenti di Visibilia erano stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo e, continuando a lavorare, l’azienda della ministra avrebbe causato un “danno” di oltre 126mila euro versati dall’Inps.
Rigettando la questione di competenza territoriale in favore di Roma sollevata dalla difesa l’udienza preliminare riprenderà il prossimo 26 marzo davanti al gup di Milano.
Polemiche arrivano dalla difesa di Santanchè. Il suo legale, l’avvocato Nicolò Pelanda, ha sottolineato infatti che “a noi avvocati non è ancora stato comunicato nulla e ci era stato assicurato in tutti i modi (compreso dalla Corte) che la notizia non sarebbe stata passata ai giornali prima di essere comunicata a noi. È vergognoso”.