La ginecologa e il mobbing
Sara Pedri, la sentenza per l’ex primario Tateo e la sua vice: assolti perché “Il fatto non sussiste”
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Perché “il fatto non sussiste” l’ex primario di del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, e la sua vice Liliana Mereu, sono stati assolti dall’accusa di maltrattamenti continuati e in concorso ai danni di 21 tra medici, infermieri e ostetriche di cui 10 si erano costituiti parte civil.
È l’esito del processo con rito abbreviato che coinvolgeva anche Sara Pedri, con la sorella costituitasi parte civile: la ginecologa forlivese di 32 anni era infatti scomparsa nel nulla il 4 marzo 2021, con lunghe ricerche che però non hanno mai portato al suo ritrovamento.
L’ipotesi più credibile è che Pedri si sia buttata nel lago di Santa Giustina, in Val di Non: nei pressi dello specchio d’acqua era stata infatti rinvenuta la sua auto.
A pronunciare la sentenza il gup Marco Tamburrino, che ha dunque assolto i due professionisti: la Procura aveva chiesto per Tateo e Mereu una condanna a 4 anni, due mesi e 20 giorni, sottolineando nella requisitoria come nel reparto si respirasse un “clima oppressivo” e che “c’è voluto il morto per farlo emergere”.
La famiglia Pedri è sempre stata convinta che Sara avrebbe pensato al gesto estremo perché vittima del clima pesantissimo nel reparto in cui lavorava nell’Ospedale Santa Chiara di Trento, tra turni massacranti, offese e oltraggi da parte dei suoi superiori, assolti oggi dal gup del tribunale di Trento.
Proprio in seguito alla scomparsa della 32enne erano iniziate le indagini interne su Tateo, condotte da una commissione d’inchiesta dell’azienda sanitaria raccogliendo le testimonianze di 110 tra medici, infermieri e operatori sanitari: anche l’allora ministro della Salute Roberto Speranza aveva avviato un’ispezione nell’azienda provinciale di Trento.
Nell’ottobre 2021 l’inchiesta condotta dai carabinieri del Nas aveva portato ad una indagine ufficiale nei confronti di Tateo e Mereu per presunti maltrattamenti e abuso dei mezzi di correzione e disciplina ai danni di 21 persone tra medici e infermieri, compresa Pedri. Tateo un mese dopo era stato licenziato dall’ospedale Santa Chiara, provvedimento poi annullato dal Tribunale del Lavoro che lo ritenne illegittimo, costringendo l’azienda sanitaria a risarcire il primario con oltre 125mila euro. Tatao in ogni caso non è più tornato a lavorare al Santa Chiara: oggi lavora in un clinica in Francia, mentre la sua vice a Catania.