Il piano della presidente Ue
Von der Leyen trasforma l’Europa in una Santabarbara: così l’Italia investirà più in carrarmati che in scuole e ospedali
La von der Leyen illustra il suo piano per trasformare l’Europa in una Santabarbara. Forza Italia applaude. Schlein critica e si dissocia. Il papa purtroppo è malato
Politica - di Piero Sansonetti

Lo abbiamo scritto ieri, ma la cosa non era ancora così chiara. Abbiamo scritto che la Von der Leyen si preparava a chiedere all’Europa di abbandonare il sogno di Brandt e di Mitterrand – quello di un’Europa politica fondata sul welfare e sulla cooperazione – e di tornare alla vecchia idea della militarizzazione. Dopo decenni di alti e bassi, di oscillazioni, ma anche di grandi conquiste sulla strada del disarmo, o comunque del freno alla corsa verso gli armamenti, l’Europa è pronta al salto indietro. Al ritorno alla prima metà del secolo scorso. Più baionette, più prestigio, più amore, più ricchezza. Purtroppo le bajonette no sono più pugnali sulla punta del moschetto ma sono micidiali armi di distruzione.
Ursula von der Leyen ieri è stata molto precisa. Ha presentato un piano strategico ben ordinato. Ha spiegato che di fronte alla svolta pacifista di Washington – inedita e inaspettata – occorre rispondere con una svolta armista. E ha chiesto ai 27 paesi che compongono l’Unione Europea di stanziare 800 miliardi in quattro anni per rendere adeguata la forza militare dell’Europa. Una cifra enorme, spaventosa. Von der Leyen ha spiegato che 650 di questi 850 miliardi di euro devono essere pagati dai singoli paesi, prontacassa. Gli ultimi 150 miliardi saranno concessi dalla Banca centrale in prestito ai paesi europei, con l’obbligo di investirli in armi. La capo della commissione europea ha calcolato che per fare questo bisognerà investire circa l’1,5 per cento del Pil nell’acquisto e nella produzione di armi le più micidiali possibile.
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In pratica, per l’Italia, si tratta quasi del raddoppio delle spese militari. Stiamo parlando di circa 130 miliardi in quattro anni, più un’altra trentina di miliardi da stanziare usando il prestito della Bce. Quasi il costo di quattro finanziarie. La spesa militare, che oggi è meno di un terzo della spesa per la sanità, diventerebbe circa la metà. E si avvicinerebbe moltissimo alla spesa per l’istruzione (3,4 per cento contro il 4 per cento). Cioè diventeremo un paese che investe sui carrarmati più o meno la stessa cifra che investe sulle aule scolastiche e sui professori. E questo immaginando che la spesa sanitaria e quella per l’istruzione restino invariate. Ma non è così. Necessariamente per trovare i soldi per i carrarmati occorrerà tagliare all’istruzione e alla sanità. E quindi è possibile che la spesa militare superi la spesa per l’istruzione e si avvicini a un palmo dalla spesa sanitaria.
Per rendere possibile questa operazione, il piano della Von der Leyen prevede l’attivazione di una clausola del patto di stabilità che tiene fuori dai conti le spese militari. Cioè che rende potenzialmente inesistente il limite alle spese militari. La reazione a questa autentica follia, che tradisce anni e anni di pensiero disarmista – che ha segnato il pensiero liberale e quello cattolico, non solo le tradizioni socialiste, e che è figlio, qui in Europa, dello spirito di Yalta – è stato accolto con un certo entusiasmo dal centrodestra italiano. Tajani ha immediatamente applaudito, e ha sostenuto che questa corsa al riarmo è la vittoria di De Gasperi e Berlusconi.
Lasciamo perdere per un momento De Gasperi. Ma Berlusconi cosa c’entra con l’idea di armarsi per fare la guerra alla Russia? Berlusconi non è quello che ha in tutti i modi favorito l’avvicinamento tra occidente e Putin? Non è quello che tante volte aveva criticato l’appoggio militare italiano all’Ucraina? Non è quello del suo testamento politico che parlava di mondo senza frontiere? Mah. Vedremo che posizioni prenderà la Lega. Non credo che i suoi elettori siano entusiasti all’idea di pagare milioni di tasse per fare un piacere ai sogni imperiali di Ursula von der Leyen.
Per ora c’è l’opposizione della sinistra e dei Cinque Stelle. Per la verità al momento non sembra una opposizione in forma di rivolta. Come meriterebbe. Purtroppo in questa discussione manca una voce della quale si sente molto la mancanza. Quella del papa, che sta male. Se potesse tuonerebbe con questa passione guerresca dannunziana, marinettiana, che sta travolgendo, qui in Europa, persino i moderati.