In piazza del Popolo
Manifestazione 15 marzo 2025, perché, dove e quando: l’appello per l’Europa di Michele Serra e la sinistra divisa su armi e guerra
La mobilitazione innescata da Michele Serra sul quotidiano "Repubblica" unisce e divide mentre il Parlamento Europeo vota a favore del piano "ReArm Europe". Anche una contro-manifestazione a Roma
Politica - di Antonio Lamorte

Poche idee ma confuse. E non è detto che dopo la manifestazione di piazza del prossimo sabato 15 marzo, che sta sollecitando e dividendo, saranno più chiare. Se da una parte l’appello su un giornale sembra aver innescato mobilitazione e dibattito con strumenti e modalità che ricordano da vicino i tempi in cui la partecipazione alla vita politica era più attiva e l’astensionismo non era puntualmente il vincitore assoluto di ogni tornata elettorale, dall’altra chiama a raccolta ideali e valori e prospettive per niente definite se non proprio ancora in divenire. A Piazza del Popolo, Roma, sabato 15 marzo si manifesta per l’Europa: ma non è chiaro per quale progetto, futuro, concetto di Unione Europea.
Non è chiaro se è un raduno tra contrari al riarmo, se tra favorevoli a un esercito comune, se un’opportunità per dichiarare la propria alterità all’Occidente guidato dagli Stati Uniti di Donald Trump e per ribadire la propria vicinanza all’Ucraina invasa dalla Russia. Se è un’occasione per manifestare tutto e il contrario di tutto, con poca coerenza sulla reale idea dell’Europa ma solo, unicamente, tutto in nome della stessa Unione – mentre l’attualità e la realtà incombono: proprio oggi il Parlamento ha votato a maggioranza a favore del piano “ReArm Europe”. Quello che è certo è che sembra una cosa di sinistra: fatta apposta per la frammentazione.
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L’appello di Michele Serra: “Una piazza per l’Europa”
Erano i giorni dello scontro sempre meno virtuale tra Stati Uniti ed Europa, dei dazi del Presidente americano Donald Trump che aveva appena pubblicato sui social un orrendo video su una Striscia di Gaza turistica e avveniristica, che giorni dopo si sarebbe scontrato davanti alle telecamere in diretta con il Presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. E il 28 febbraio, in prima pagina sul quotidiano Repubblica campeggiava un appello firmato da Michele Serra: “Una piazza per l’Europa”.
Serra lanciava l’appello a organizzare “una grande manifestazione di cittadini per l’Europa, la sua unità e la sua libertà. Con zero bandiere di partito, solo bandiere europee. Qualcosa che dica, con la sintesi a volte implacabile degli slogan: ‘Qui o si fa l’Europa o si muore’. Nella sua configurazione ideale, lo stesso giorno alla stessa ora in tutte le capitali europee”. Nessuno escluso: anche associazioni, sindacati, partiti, ma senza alcuna bandiera di associazione, sindacato, partito, “purché disposti poi a scomparire, uno per uno, nel blu monocromo della piazza europeista”.
Piano, Scurati, Tobagi: la società civile sul palco del 15 marzo https://t.co/thws7C4x6d
— Repubblica (@repubblica) March 12, 2025
Serra aveva aggiunto anche di aver ricevuto una serie “semplicemente impressionante” di “io ci sto, io ci sarà, ditemi solo dove e quando”. Aveva parlato di vera e propria necessità, nonostante l’anacronismo di una manifestazione di piazza ai tempi dei social e degli algoritmi, nonostante ammettesse di non essere in possesso delle skills necessarie per organizzare una mobilitazione e quindi lanciava un appello a chiunque invece si ritenesse in grado.
“Penso che una manifestazione di sole bandiere europee, che abbia come unico obiettivo (non importa quanto alla portata: conta la visione, conta il valore) la libertà e l’unità dei popoli europei, avrebbe un significato profondo e rasserenante per chi la fa, e si sentirebbe meno solo e meno impotente di fronte agli eventi. E sarebbe un segnale non trascurabile, forse addirittura un segnale importante, per chi poi maneggia le agende politiche; e non potrebbe ignorare che in campo c’è anche un’identità europea ‘dal basso’, un progetto politico innovativo e rivoluzionario che non si rivolge al passato, ma parla del domani. Parla dei figli e dei nipoti”.
“Mi chiedo come mai non si organizza una manifestazione nella quale almeno a livello ‘emotivo’ noi ci siamo. Noi siamo l’Europa. Diciamo una manifestazione di orgoglio europeo, senza nessun calcolo politico, e senza nessuna bandiera di partito. L’appuntamento è il 15 marzo a Roma… pic.twitter.com/uPnO3BNtaL
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) March 2, 2025
Qualche giorno dopo, il 10 marzo, innescato il dibattito, Serra era tornato a osservare che il titolo della manifestazione potrebbe essere anche “Europei in cerca d’Europa”. Ovvero: “Credo che nessuna delle persone che saranno in piazza ignori che la risposta armigera formulata da von der Leyen cozzi contro i valori fondativi dell’Unione Europea. E al tempo stesso, trascuri la necessità di una difesa comune europea che avrebbe dovuto essere pensata e messa in campo dieci (venti? trenta?) anni fa, ma è l’oggi che ci costringe a discuterne”.
Le reazioni all’appello e le partecipazioni alla manifestazione
L’appello è stato raccolto e criticato, tacciato di ingenuità e di buonismo, definito contraddittorio e poco chiaro. E intanto si allungano le liste delle adesioni e di chi invece non ci sarà. Ci saranno la segretaria e il presidente del Partito Democratico Elly Schlein e Stefano Bonaccini. Giuseppe Conte ha annunciato invece che manifestare “per questa Europa significa manifestare per questo piano di riarmo” e che “i nostri cittadini non possono oggi essere sottoposti a un’ambiguità, all’incertezza di una piazza dove sicuramente il promotore ha una buona fede e ha una sua opinione personale. Ma subito dopo sono intervenuti tantissimi altri esponenti a dire che porteranno le bandiere dell’economia di guerra e della guerra”. Il Movimento 5 Stelle non ci sarà.
Ci saranno in piazza il primo segretario del Partito Democratico Walter Veltroni, il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, il segretario della Cgil Maurizio Landini, la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, il leader di Azione ed ex ministro Carlo Calenda con una posizione più tra la piazza e Bruxelles: “Il riarmo non cozza contro i valori europei. Noi saremo in piazza perché non lasciamo la rappresentanza dell’europeismo a chi vuole un’Europa fragile, ma ci saremo con le bandiere ucraine e georgiane accanto a quelle europee”.
In una nota sul sito del Comune di Roma, si legge delle ragioni dei dei sindaci che parteciperanno, si legge: “L’Europa è necessaria. Le sue divisioni e la sua debolezza politica sono ragione di grande preoccupazione per milioni di europei, che vorrebbero sentirla parlare con una sola voce. In un momento di così veloce mutamento degli assetti mondiali solo un’Europa più unita, più solida, forte dei suoi valori fondativi, pace, libertà, democrazia, e convinta che il suo processo federativo debba accelerare, può fare fronte al presente e preparare un futuro migliore”.
Ci saranno anche +Europa e Italia Viva di Matteo Renzi. A sinistra della sinistra parlamentare, da PRC a Potere al Popolo, hanno annunciato una contro manifestazione lo stesso sabato 15 marzo in piazza Barberini a Roma. “No all’Unione Europea che si riarma, no alla difesa comune, la sicurezza è nel ripudio della guerra. L’effetto ‘Serra’ nuoce alla pace”, si legge nella nota di Potere al Popolo.