Le "motivazioni"
Omicidio di Valbrembro, dietro il delitto Muttoni una “ripicca”: “Guardava la mia fidanzata, mi ha dato fastidio”

Non ci sarebbe stata una semplice rapina “finita male” dietro l’omicidio di Luciano Muttoni, il 58enne ucciso nella sua casa di Valbrembo, in provincia di Bergamo, domenica 9 marzo.
La morte di Muttoni sarebbe infatti frutto di una “ripicca”, di una “vendetta” da parte di Carmine De Simone, 24enne fermato assieme al complice 23enne Mario Vetere con l’accusa di omicidio: come racconta oggi Repubblica, Muttoni sarebbe stato ucciso a calci e pugni, e con l’ausilio di una pistola scacciacani utilizzata per colpirlo alla testa, a causa di uno “sguardo di troppo”.
L’idea di De Simone era che Muttoni stesse in sostanza insidiando la sua fidanzata. Repubblica scrive che il 24enne lo ha riferito nella sua confessione al gip Alessia Solombrino, che ha convalidato il fermo per de Simone, ideatore dell’omicidio, e per il complice Vetere.
Il piano di uccidere Muttoni sarebbe nato venerdì scorso, tre giorni prima dell’omicidio del 58enne che usava la sua abitazione per ospitare turisti. La vittima quel venerdì accompagna in stazione a Ponte San Pietro Se Simone e la fidanzata, assieme ad un’altra coppia che la Muttoni aveva ospitato nel suo appartamento.
“Lui non piaceva alla mia ragazza – spiega nel racconto De Simone -. Ho visto che, mentre ci accompagnava in auto, guardava nello specchietto retrovisore la mia ragazza e la sua amica come se avesse un interesse e questa cosa mi ha dato fastidio”.
È così che sarebbe nato il piano: De Simone contatta Vetere per vendicarsi dell’uomo, ma lo fa dicendogli una bugia. “Gli ho detto che avevo bisogno di una mano per regolare i conti con un tizio che mi doveva dei soldi”, racconta.
Il 23enne accetta, in cambio di una ricompensa. I due, col volto coperto da un passamontagna, si recano a casa di Muttoni per commettere la rapina, il 58enne reagisce e De Simone, che agisce sotto effetto di stupefacenti, lo colpisce più volte. I due lo lasciano riverso a terra, privo di sensi ma ancora vivo, e scappano.
Come se nulla fosse accaduto, trascorrono la serata in compagnia della fidanzata di De Simone e solo nella giornata di sabato, dopo aver cercato di cancellare le tracce di sangue dai vestiti e dalle scarpe, “ho realizzato quello che ho fatto, la gravità della cosa”.
A tradire i due giovani sarà un controllo dei carabinieri di Monza a Sovico, che li fermano mentre viaggiavano sulla Volkswagen Golf della vittima. Denunciati inizialmente a piede libero per ricettazione, l’omicidio in quel momento non è stato ancora scoperto, dopo il rinvenimento del cadavere di Muttoni basterà un controllo delle telecamere della sorveglianza privata di un appartamento vicino a quello della vittima per arrivare a loro.