Rinvio a giudizio per i quattro medici che ebbero in cura Andrea Purgatori, il giornalista e volto di La7 morto il 19 luglio del 2023 per una endocardite infettiva nella clinica privata Villa Margherita di Roma.
È questa la richiesta della Procura di Roma nei confronti del radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, e il cardiologo Guido Laudani: a tutti è contestato il reato di omicidio colposo. L’udienza preliminare è fissata al prossimo 19 settembre.
Una decisione attesa e che non sorprende. Nelle conclusioni della perizia medico-legale disposta nel marzo dello scorso anno dal gip del Tribunale di Roma nell’ambito dell’incidente probatorio era emersa quella che venne definita una “catastrofica sequela di errori ed omissioni” da parte dei medici.
Le parole più forti erano state rivolte nei confronti del cardiologo Laudani, che secondo i medici legali chiamati dalla procura di Roma (l’aggiunto Sergio Colaiocco e il pm Giorgio Orano) a scrivere la perizia, effettuò “approfondimenti diagnostici insufficienti”.
Il noto cardiologo romano “interpretò non correttamente i risultati dell’esame holter, giungendo alla conclusione che l’embolizzazione multiorgano fosse conseguenza di fibrillazione atriale. Inoltre non valutò adeguatamente il quadro clinico e gli effetti della terapia anticoagulante che aveva impostato. Si tratta – si leggeva nella perizia riportata dall’Ansa – di comportamenti che possiamo definire non adeguati sotto l’aspetto della perizia”.
Purgatori era un paziente oncologico con un quadro clinico complicato ma, è la tesi della Procura, gli errori dei medici nelle diagnosi e nelle cure disposte gli avrebbero ridotto ulteriormente l’aspettativa di vita. Per i periti “un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi. La letteratura scientifica considera il tasso di sopravvivenza a 1 anno in misura dell’80% qualora l’endocardite venga tempestivamente adeguatamente trattata”. Nel documento si afferma che l’endocardite, che fu la causa del decesso di Purgatori, “avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all’inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, od ancora prima, nella seconda età di maggio 2023 qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l’esito degli accertamenti svolti l’8 maggio”.