Ipotesi cambio orari e divieto di vendita?

Movida a Napoli, Aicast e Confcommercio contrarie ad un’eventuale stretta sull’asporto: “Norma inutile”

Lo scorso 6 marzo si è tenuto un incontro tra l'Assessore Armato, i rappresentanti di Aicast e Confcommercio e i dirigenti del Suap. La circostanza, anticipata da l'Unità, è stata inizialmente negata da Palazzo San Giacomo. L'Assessorato alle Attività Produttive: "Non esistono nessuna norma o provvedimento del genere"

Economia - di Andrea Aversa

18 Marzo 2025 alle 12:19

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Fonte pagina Facebook Chiaia Night
Fonte pagina Facebook Chiaia Night

Dunque il colloquio c’è stato e l’argomento è stato discusso. Come rivelato da l’Unità, lo scorso 11 marzo, l’Assessore alle Attività Produttive Teresa Armato ha incontrato il 6 marzo i rappresentanti di Aicast Imprese Italia e Confcommercio per parlare del possibile cambiamento degli orari d’asporto per cocktail e bibite. In merito, il Comune di Napoli – a detta delle associazioni di categoria – ha ipotizzato, in via molto generale, di anticipare gli orari che vietano la vendita di bevande. Nello specifico: stop all’asporto di bibite e drink a partire dalle ore 22 e divieto del servizio ai tavoli a partire dalla mezzanotte. Sul tema non c’è ancora nulla di concreto, tuttavia la sola proposta ha scatenato l’opposizione delle associazioni di categoria i cui esponenti erano presenti alla riunione.

Movida a Napoli: il comune ipotizza una stretta all’asporto di bevande

Antonino Della Notte, Presidente di Aicast, sentito dal nostro giornale ha dichiarato: “L’incontro c’è stato e premetto che non è stata presa ancora nessuna decisione. Ma tale ipotesi è stata messa sul tavolo e ovviamente ha visto la nostra associazione del tutto contraria. Non solo siamo assolutamente contrari a una stretta sull’asporto di bevande ma ci opporremo a qualsiasi tipologia di provvedimento che andrebbe a limitare la libera impresa. Napoli è una città aperta e in questo periodo lo è ancora di più, basta guardare i numeri relativi al turismo. Certo, va comunque garantita la serenità dei residenti e per ottenere ciò è necessario una pacifica convivenza tra le loro necessità e quelle degli imprenditori. Di sicuro nei prossimi giorni ci saranno altri incontri con le istituzioni e vedremo cosa accadrà“.

Le associazioni di categoria e il Comune di Napoli

Per quanto riguarda Confcommercio, il funzionario Marco Cantarella ha detto a l’Unità: “Non ne abbiamo parlato esplicitamente e non è stato il tema principale della riunione. Tuttavia se la cosa dovesse prendere forma o diventare in qualche modo concreta, ci vedrebbe assolutamente contrari. Si tratterebbe di una misura che non risolverebbe affatto il problema degli schiamazzi e dei rumori da strada. Pensiamo agli abusivi che vendono bevande a tutte le ore o ai giovani riuniti in piazza di notte, che suonano i tamburi e gridano dando fastidio ai residenti, quando i bar sono ormai chiusi. Tale disagio non sarebbe risolto da un dispositivo che limiterebbe l’asporto per i locali“.

Perché l’eventuale e presunta stretta all’asporto per combattere la movida selvaggia a Napoli

Dunque, il motivo di questa presunta decisione sarebbe quello di ridurre al minimo i ‘rumori antropici‘, ovvero il ‘caos sonoro’ causato dal brusio e dalle voci delle persone che consumano bibite all’esterno dei bar. Invece, da Palazzo San Giacomo – sede del Comune di Napoli – l’Assessorato alle Attività Produttive che inizialmente aveva negato, sia che ci fosse stato questo incontro, sia che fosse stato discusso tale argomento, ha fatto sapere che non esistono alcuna norma o provvedimento del genere. Ricordiamo che lo scorso 20 gennaio il Tribunale ha stabilito che dieci residenti del centro storico, zona piazza Bellini, dovranno essere risarciti dall’amministrazione con 230mila euro per ‘disturbo della quiete‘.

18 Marzo 2025

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