Il premier israeliano rompe la tregua

Perché Israele sta bombardando nuovamente Gaza: Netanyahu rompe la tregua e fa strage di bambini

È il numero più alto di vittime palestinesi in un giorno solo dal 7 novembre 2023. “Hamas ha respinto la proposta per l’estensione della tregua”, si giustifica il governo israeliano, “azione in coordinamento con gli Usa”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

19 Marzo 2025 alle 14:30

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AP Photo/Abdel Kareem Hana
AP Photo/Abdel Kareem Hana

Un’atroce mattanza. Un crimine di guerra che resterà impunito. Una serie di esplosioni ha scosso la Striscia di Gaza, segnando la ripresa dei bombardamenti da parte dell’esercito israeliano contro obiettivi di Hamas. La ripresa degli attacchi israeliani su Gaza, dopo la rottura della tregua, ha provocato il numero più alto di vittime palestinesi in un giorno solo dal 7 novembre del 2023. A tenere i conti è stata la Cnn. Secondo il bilancio fornito da Hamas, e non smentito da Israele, almeno 404 persone sono state uccise dall’altra notte, e almeno 562 ferite, scorsa, il bilancio più pesante dal 7 novembre 2023, quando i raid israeliani provocarono 548 vittime.

Il portavoce della Difesa civile di Gaza, Mahmoud Basal, ha riferito alla Cnn che “più di 130 bambini e molte donne” sono stati uccisi, comprese intere famiglie. «Ci troviamo in una situazione molto difficile e i nostri sforzi di protezione medica e civile non sono in grado di rispondere alla portata della catastrofe», ha aggiunto Basal. Già il direttore dell’ospedale Al-Shifa, Muhammad Abu Salmiya, ha riferito di ospedali «completamente pieni» e senza i mezzi necessari per curare i numerosi feriti. L’esercito israeliano ha confermato di aver condotto “attacchi estesi” contro infrastrutture di Hamas, specificando che le operazioni sono state approvate dalla leadership politica israeliana. Il governo di Benjamin Netanyahu ha giustificato l’azione militare citando il rifiuto di Hamas di accettare una proposta statunitense per l’estensione della tregua.

Gli intensi attacchi aerei israeliani effettuati durante la notte sulla Striscia di Gaza sono stati condotti «in pieno coordinamento» con gli Stati Uniti. Lo ha affermato il portavoce del governo israeliano David Mencer. «Posso confermare che la ripresa degli intensi combattimenti è stata effettuata in pieno coordinamento con Washington», ha detto Mencer durante una conferenza stampa. La Casa Bianca aveva precedentemente dichiarato di essere stata consultata da Israele prima di lanciare gli attacchi. Lungi dal voler fermare l’operazione militare a Gaza, Israele intende anzi colpire sempre più duro. A chiarirlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Oren Marmorstein. «Da questa mattina (ieri per chi legge, ndr) Israele sta operando con tutta la forza contro l’organizzazione terroristica di Hamas nella Striscia di Gaza», ha scritto Marmorstein sul suo account X riferendosi alla nuova operazione “Forza e spada”’. «D’ora in poi, Israele agirà contro Hamas con crescente intensità militare», ha assicurato. La decisione di rompere la tregua in vigore dal 19 gennaio è stata pressa «dopo che Hamas ha ripetutamente respinto le proposte di estendere il cessate il fuoco e rilasciare i nostri ostaggi», ha spiegato.

Gli ospedali di Gaza sono al collasso dopo la nuova ondata di attacchi israeliani. A fornire il tragico quadro della situazione nella Striscia è stata la Croce Rossa internazionale. Il ministero della Salute e tutti gli ospedali di tutta la Striscia hanno rivolto un appello alla popolazione a donare il sangue, ha riferito al Jazeera. Le strutture sanitarie sono anche a corto di forniture mediche di base necessarie per curare i feriti, come garze e antidolorifici. “Il pronto soccorso è in condizioni disastrose. Abbiamo corpi e parti di corpi, per lo più bambini e donne. C’è molta confusione nella popolazione. Alcuni sono corsi in ospedale solo per proteggersi. Noi medici abbiamo pianto per l’intensità e la difficoltà della situazione. Ci sono alcuni casi gravi: ustioni, amputazioni, ferite alla testa, ferite al petto”. Questa la drammatica testimonianza del dottor Mohammad Qishta di Medici Senza Frontiere dall’ospedale Nasser di Gaza. “Sembra di essere tornati all’inizio della guerra”, si legge in una nota dell’organizzazione.

La popolazione di Gaza vive in una «paura tremenda» mentre riprendono gli attacchi israeliani. Lo ha detto il capo degli affari umanitari dell’Onu Tom Fletcher al Consiglio di Sicurezza. «I modesti progressi ottenuti durante il cessate il fuoco vengono distrutti. Gli operatori umanitari rimangono sul campo, pronti a fornire supporto salvavita ai sopravvissuti e a svolgere operazioni umanitarie. Dobbiamo essere immediatamente in grado di farlo», ha aggiunto. Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres si è detto «scioccato» per gli attacchi aerei israeliani a Gaza «che hanno ucciso un numero significativo di civili» e ha chiesto che il cessate il fuoco a Gaza venga rispettato. Guterres, in una dichiarazione, ha chiesto che vengano ripresi gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza e che gli ostaggi tenuti prigionieri da Hamas vengano rilasciati senza condizioni. «Scioccato e rattristato dalle notizie provenienti da Gaza e dalle numerose vittime civili in seguito agli attacchi aerei israeliani di ieri sera. La violenza deve cessare e i termini dell’accordo di cessate il fuoco devono essere rispettati. Tutti gli ostaggi e i detenuti devono essere rilasciati e gli aiuti umanitari devono essere ripresi immediatamente». Lo scrive su X il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. Ma nessun vertice straordinario, nessuna sanzione all’aggressore, nessuna coalizione di volenterosi. Ucraina, Palestina, due pesi, due misure.

I raid israeliani sono un tentativo di costringere Hamas «alla resa», con la «complicità» degli Stati Uniti. Lo ha denunciato all’Afp un portavoce del gruppo, Sami Abu Zuhri: «Lo scopo dei massacri commessi a Gaza è di indebolire l’accordo di cessate il fuoco e il tentativo di imporre un accordo di resa, scritto nel sangue di Gaza». Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha “deciso di sacrificare” gli ostaggi. È il commento di Hamas. A Gaza sono ancora prigionieri 59 rapiti israeliani, tra cui 22 che si ritiene siano ancora vivi. La decisione di Israele di riprendere i raid su Gaza è «pericolosa e senza alcuna idea dell’impatto che una mossa del genere ha su quelli di noi che si trovano ancora in prigionia». Lo ha scritto sui social Omer Wenkert, ex ostaggio di Hamas. Lo riporta Ynet. «La sensazione di essere abbandonati è la più profonda che abbia mai sperimentato», ha aggiunto. «Esigo che tutti gli ostaggi tornino a casa», ha concluso.

Con Netanyahu si schiera l’amico e sodale della Casa Bianca: Donald Trump. “Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, ma invece ha scelto il rifiuto e la guerra”, dichiara il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, a Times of Israel dopo la ripresa dei bombardamenti massicci di Israele sulla Striscia. Una dichiarazione che equivale all’imprimatur americano alla nuova escalation militare a Gaza. Impunità garantita.

19 Marzo 2025

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