Vuoti i banchi alla Camera
Emergenza carceri, governo della vergogna: l’esecutivo in fuga marina il Parlamento. Assenze e scranni vuoti
Di Nordio neppure l’ombra. Unica presente alla discussione la sottosegretaria (al Mef) Savino. All’ultimo arriva trafelato Sisto, ma solo per dare parere negativo alle mozioni di minoranza e positivo a quella della maggioranza che vuol potenziare il gruppo contro le rivolte carcerarie creato da Delmastro
Giustizia - di Angela Stella

“Vergogna”: è la parola che più ha riecheggiato ieri dai banchi dell’opposizione alla Camera dei deputati per stigmatizzare l’assenza della maggioranza e del Governo mentre si teneva la seduta straordinaria sul tema delle carceri. L’avevano richiesta Pd, Iv, +Europa, Av, Azione e M5S la scorsa settimana presentando anche due mozioni, tra cui una elaborata insieme a Nessuno Tocchi Caino, per fronteggiare il sovraffollamento e i suicidi dietro le sbarre. “La condizione è a dir poco drammatica – denunciava negli stessi momenti il presidente di Antigone, Patrizio Gonnella – . Con gli ultimi due suicidi delle scorse ore sono già 20 le persone che si sono tolte la vita in questa prima parte del 2025 in un istituto di pena. Il sovraffollamento è sempre più grave nelle carceri per adulti, con circa 16mila persone che non hanno un posto regolamentare, ed è diventato ormai strutturale anche negli Istituti penali per minorenni dove non si era mai registrato”.
Eppure, durante la discussione generale sulle mozioni, l’Aula di Montecitorio è quasi deserta, per l’Esecutivo è presente addirittura Sandra Savino, sottosegretaria al Mef, estranea completamente alla materia. Solo verso ora di pranzo è arrivato trafelato il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, semplicemente per limitarsi a dare parere positivo alla mozione di centrodestra e negativo alle due di minoranza. Non pervenuto il Guardasigilli Nordio: ufficialmente la sua assenza è stata giustificata perché impegnato nell’incontro con una delegazione dei Garanti territoriali dei detenuti. In realtà, proprio gli stessi Garanti hanno assistito al dibattito in Aula al termine del faccia a faccia a Via Arenula ma del ministro della giustizia neanche l’ombra. E questo ha suscitato le forti polemiche delle opposizioni.
Per la deputata dem Michela Di Biase “è un fatto gravissimo” in quanto “non sentiamo la necessità di fare un monologo allo specchio” bensì di “confrontarci con il Governo”. “Noi abbiamo assistito – ha proseguito Di Biase – al Ministro Nordio che più volte è venuto a raccontarci, anche in modo enfatico, la nascita del piano carceri, che doveva determinare la riduzione del sovraffollamento degli istituti penali. Quindi Nordio è venuto e ha detto: tranquilli, ho io la soluzione. Ad oggi, invece, giusto per puntualizzare, noi, dopo otto mesi dall’annuncio del piano carceri, l’unica cosa che abbiamo visto realmente è la nomina del commissario governativo”. Molto duro Riccardo Magi (+Europa): “C’è una strage di vite che si produce quotidianamente nelle carceri italiane e il governo sostiene che tutto sommato le cose stanno migliorando”. Si è chiesto il deputato: “dove sono invece i garantisti di Forza Italia e dov’è il ministro Nordio, che in passato scriveva fiumi di inchiostro sui giornali sulla necessità di riformare le carceri ma che ora invece si ritrova commissariato dai suoi stessi sottosegretari? Anche per questo, c’è una mozione di sfiducia pendente su di lui”.
Per la presidente dei deputati di Italia Viva Maria Elena Boschi “l’assenza del ministero della giustizia e della maggioranza dà la cifra di quanto al governo e al ministro Nordio stia a cuore la questione delle carceri. Ora è certo che sono gli unici responsabili di quello che sta succedendo e di quello che succederà nei prossimi mesi”. Sulla stessa scia Devis Dori di Avs: “L’interesse e l’attenzione del governo Meloni sul tema carceri sono chiari dal fatto che il ministro Nordio non è presente al dibattito straordinario: non hanno neanche vergogna, è solo un terribile e gravissimo disinteresse. In effetti non hanno fatto nulla in due anni e mezzo, Nordio si è limitato a dire che il problema c’è sempre stato!”. Durante la discussione era arrivato anche l’appello di Roberto Giachetti di Iv ad “uscire dagli schemi prestabiliti ed evitare di ridurre, come al solito, il problema a uno scontro propagandistico. Come ha scritto Gianni Alemanno in una lettera pubblicata su l’Unità, ora serve uno sforzo trasversale per riportare le condizioni delle nostre carceri nel perimetro dei diritti tutelati dalla carta costituzionale”.
Ma se il muro di Lega e Fratelli d’Italia era scontato, non lo era tanto quello di Forza Italia che si era detta la scorsa estate favorevole alla pdl sulla liberazione anticipata speciale per poi fare una marcia indietro per non rompere gli equilibri di maggioranza. E ieri ha confermato la sua posizione di appiattimento su quella degli alleati: “è necessario rafforzare le misure alternative alla detenzione” ha detto Tommaso Calderone ma poi ha confessato: “il problema non si risolve soltanto nell’immediatezza, si risolve anche con provvedimenti strutturali che, magari, serviranno ai prossimi Governi per dire che non ci sono più problemi di affollamento o di sovraffollamento, perché esistono le carceri, perché sono state costruite e perché c’è la Polizia penitenziaria”. E poi l’ammissione di contagio (culturale) con Lega e Fd’I: “Il cittadino indagato e imputato deve avere tutte le garanzie in uno Stato di diritto, ma una volta che c’è l’intangibilità del giudicato, una volta che sopravviene l’intangibilità del giudicato, la certezza della pena è un’altra nostra bandiera”.
Alla fine, con l’Aula che raggiunge i 265 presenti arrivati solo per il voto, passa la mozione del centro-destra a prima firma Carolina Varchi di Fd’I che impegna il Governo ad “escludere generalizzati provvedimenti clemenziali”, “potenziare le misure contro le rivolte penitenziarie, completando l’organizzazione del Gruppo Operativo di Intervento”, contrastare e prevenire i suicidi in carcere potenziando la rete di assistenza psicologica, costruire nuovi istituti penitenziari contro il sovraffollamento carcerario. Insomma la solita canzone, anche se balza agli occhi il potenziamento del Gio, fiore all’occhiello dell’assente sottosegretario Delmastro Delle Vedove. Bocciate invece le mozioni delle opposizioni. In pratica si è detto no alla liberazione anticipata speciale, a dare vita alle stanze dell’amore in carcere come richiesto dalla Consulta, ad escludere dal circuito penitenziario le donne con i loro bambini.