Le dichiarazioni
Romano Prodi bacchetta la sinistra e il Pd
Le parole dell'ex premier
Politica - di Redazione Web

“Avrei votato sì” al Piano di riarmo europeo “anche se si poteva cambiare nome fin dall’inizio. Era chiaro che si sarebbe trattato di un progetto di collaborazione di lungo periodo tra i Paesi europei“. Lo spiega al Corriere della Sera Romano Prodi secondo cui la nuova formulazione utilizzata da Ursula von der Leyen, ‘Readiness 2030‘, “mi ha fatto un po’ sorridere“. “E arrivati a quella data che cosa succede? Non solo è una data lontana, ma manca totalmente l’indicazione di una volontà precisa sulla comune difesa – prosegue -. Sono passi ancora troppo prudenti. Una maggiore cooperazione senza contenuti non basta“.
Romano Prodi e l’Europa
Prodi suggerisce quindi un’Europa a due velocità sulla difesa, “certo, si parte con chi condivide il progetto. Poi chi vuole segue“. Ci sono ancora polemiche per le parole di Giorgia Meloni su Ventotene, “è impressionante il gioco che fa Meloni e appare chiaro quanto sia pro Europa per possibile convenienza, ma non nell’anima“, commenta. La presidente del Consiglio sostiene che non va separata l’Europa dagli Stati Uniti. “Meloni si dovrebbe rendere conto che tutti vanno a Washington e lei no perché non c’è più bisogno dell’Italia. Così rischiamo di essere Arlecchino servo di due padroni – spiega -. Chirac mi diceva sempre: non c’è Europa senza l’Italia. Purtroppo non è più così. Il futuro cancelliere tedesco Merz si è fatto sfuggire che, a sostegno del tandem franco tedesco, c’è la Polonia e non più l’Italia. Questo è un nostro dramma nazionale“.
Come battere la destra
L’Italia è frammentata a destra e a sinistra, sia sul piano di difesa, sia sugli aiuti a Kiev. “Questa destra incapace vive perché la sinistra non è saggia. Se lo fosse non avrebbe indebolito la propria coalizione“, conclude. “Il problema di oggi non è chi è il primo ministro ma come facciamo una coalizione: con quali idee, con quali obiettivi” e “su questo si può trovare una fortissima alleanza” ma “quando vengono sottolineate le differenze è solo perché uno vuole andare al posto dell’altro” e “bisogna“, invece, “che questo processo parta subito, bisogna organizzare le cose“. Lo ha detto Romano Prodi all’Auditorium alla presentazione del libro ‘Il dovere della speranza‘ con Massimo Giannini e Giovanna Pancheri.
Romano Prodi bacchetta la sinistra e il Pd
“Bisogna ricostruire la rete democratica – ha osservato – e poi si penserà a chi farà la leadership“. “Non possiamo pensare a un centro che si metta lì in mezzo e dia le carte – ha aggiunto in un altro passaggio – ma bisogna mettere assieme questi riformismi. Il Pd è certo il centro ma non può da solo arrivare al governo del Paese: va costruita in fretta una coalizione vincente per le prossime elezioni. Siamo a metà legislatura e o ci si mette a pensare a questo o non si fa a tempo ad arrivare a questo obiettivo: il momento è adesso perché la destra non sta mantenendo le sue promesse e, dopo il momento della ‘gasatura’” ora la gente se ne sta accorgendo “su tanti temi: la scuola, la salute“.
La ricetta politica di Romano Prodi
“In politica estera – ha concluso – è un governo del tutto incartato e allora bisogna cominciare prima dai contenuti in una coalizione in cui ci vorrà che ognuno giochi la sua parte. Il Pd è il massimo responsabile, il protagonista, ma è un ‘orchestra“. All’appuntamento era presente in prima fila Ernesto Maria Ruffini che aveva presentato poco prima il suo nuovo libro in un’altra sala.