"Volevo essere un duro"

Lucio Corsi, ce lo chiede l’Europa: l’ultimo album non è la scoperta di un talento ma il disco di un artista maturo

Esce dopo la sbornia sanremese il nuovo lavoro in studio, che conferma il talento e aggiunge elementi a un percorso già solido. La recensione

Spettacoli - di Antonio Lamorte

24 Marzo 2025 alle 17:55

Condividi l'articolo

FOTO DA LAPRESSE + SUGARMUSIC
FOTO DA LAPRESSE + SUGARMUSIC

Voleva essere Jake Elwood, da ragazzino, folgorato dalla visione dei Blues Brothers. E forse voleva essere anche Ivan Graziani o Lucio Dalla o Rino Gaetano o Antonello Venditti. Quello che conta è che alla fine Lucio Corsi ha finito per diventare se stesso, a questo punto di una carriera già decennale esplosa presso il grande pubblico grazie all’ultimo Festival di Sanremo. Volevo essere un duro, l’ultimo album uscito venerdì 21 marzo per Sugar Music, non è una scoperta: è semplicemente l’ultimo capitolo di un talento già ampiamente svelato dagli esordi da solista e strutturato con i precedenti dischi e tour.

A 31 anni Lucio Corsi è una persona che vuole passare più tempo possibile con uno strumento in mano, una canzone per bocca, nella sua casa in campagna in Maremma o in studio o in tour. Risuonano chiare le influenze dal cantautorato italiano o dal pop-rock dei classici angloamericani in questo disco. Si sente anche la dimensione del gioco in queste canzoni che non mancano di scendere a profondità mai banali: già in passato era stato citato Gianni Rodari a proposito. La stessa Volevo essere un duro metteva in discussione il modello del maschio contemporaneo senza traumi o pedanteria ma con una leggerezza mai superficiale.

Quello che è cambiato rispetto agli episodi precedenti è proprio un atteggiamento narrativo in evoluzione nei confronti della realtà. “Lo sai che la verità mi mette spavento, le canzoni migliori sono quelle che mentono, che mi fanno credere d’essere fuggito via”, cantava in Glam Party dal precedente La gente che sogna. Corsi non rinuncia in questo capitolo ai personaggi che andranno a popolare il suo microcosmo pittoresco e magico ma allo stesso tempo compaiono un primo amore adolescenziale in Tu sei il mattino, l’ossessione sensuale per la moglie di un amico in odor di Rino Gaetano in Situazione complicata, un piano sequenza sulla notte urbana in pieno stile vendittiano in Nel cuore della notte.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Lucio Corsi (@lucio_corsi)

Francis Delacroix rappresenta una sorta di ponte tra queste due dimensioni: già accennata nei concerti degli scorsi tour, è un talking blues ispirato a un fotografo amico di Corsi che racconta di avventure surreali in giro per il mondo e nel tempo. A pochi giorni dalla polemica su Altalena Boy – la presunta discriminazione sui versi: “C’è chi dice l’hanno preso gli zingari e l’han portato in un parco fuori Roma” di cui avevamo già scritto – sfilano anche la celebrazione di una dipendenza, un vizio brutto ma coltivato con costanza, in Sigarette, perché “per stare soli servono carezze”, e il ritratto farsesco e incosciente di un bullo di provincia, un po’ sfigato e tutto sommato innocuo, di Let there be Rocko. Non è detto che tutto questo sfuggirà alla polizia del politically correct.

Volevo essere un duro non è il disco di un talento mediatico appena scoperto ma di un artista maturo dalle idee chiare e un pantheon ben definito, nessuna paura di deviare e aggiungere qualche tappa al proprio percorso e di fare un passo alla volta senza distrarre la propria attenzione dalla musica. Perché Lucio Corsi è uno straordinario autore di canzoni, un personaggio fresco, anche se a rischio macchietta, atteso all’esibizione dell’Eurovision, dove arriverà a inizio maggio dopo il forfait di Olly. Non potrà suonare la sua canzone dal vivo, il format prevede l’half playback. Ha detto che si porterà dietro un’armonica. Anche all’estero si accorgeranno di qualcosa: ce lo chiede l’Europa.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Lucio Corsi (@lucio_corsi)

24 Marzo 2025

Condividi l'articolo