Monta la protesta

A Gaza cittadini in strada in protesta: “Via Hamas, stop alla guerra!”

“Dopo Beit Lahia, nel nord della Striscia, le manifestazioni si sono estese a Jabalia e Khan Younis”, riferisce un cooperante. “C’è un forte senso di tradimento e frustrazione”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

27 Marzo 2025 alle 18:30

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A Gaza cittadini in strada in protesta: “Via Hamas, stop alla guerra!”

Sotto le bombe. Tra le macerie. Trovano la forza e il coraggio per manifestare. Contro chi li usa come carne da macello in una guerra infinita. Centinai di residenti del quartiere Shejaiya di Gaza city hanno partecipato a una protesta contro il governo di Hamas per il secondo giorno consecutivo. I dimostranti hanno bruciato pneumatici e gridato «Hamas fuori», «Stop guerra». Martedì nelle strade di Beit Lahia centinaia di uomini, donne e bambini hanno manifestato contro il genocidio in corso per mano di Israele e contro lo spargimento di sangue inutile che “non porta a nessun risultato politico”, ha dichiarato Mohammed Almajdalawi, cooperante gazawi dell’Ong italiana Acs, e presente martedì in piazza. “Via via via, Hamas via da Gaza” urla il fiume di persone che tra rabbia e dolore ha marciato tra le macerie di quello che resta della Striscia e ancora “Hamas ha venduto Gaza”. “No alla guerra, no ad Hamas”, recitano alcuni cartelli, “i bambini di Gaza vogliono vivere”, “il sangue dei nostri figli non è a buon mercato”, “basta con gli sfollati e i senzatetto”, “vogliamo vivere in pace e sicurezza”.

La prima manifestazione è iniziata da Beit Lahia, nella Striscia di Gaza settentrionale, per chiedere la fine della guerra e che Hamas lasci il potere a Gaza finché gli israeliani non si saranno ritirati. C’erano centinaia di persone e le manifestazioni si sono estese fino a includere Jabalia e Khan Younis – racconta Mohammed al telefono con Fanpage.itI clan di Shujaiya, quartiere della Città Vecchia di Gaza, nel nord della Striscia, hanno rilasciato una dichiarazione, unendo la propria voce a quella di altri, chiedendo la fine della guerra e della distruzione, anche se ciò dovesse significare che Hamas abbandoni il potere a Gaza. I partecipanti alle manifestazioni erano centinaia e di tutte le età. Gaza combatte da sola. Tra la popolazione di Gaza aleggia un forte sentimento di tradimento e frustrazione nei confronti del mondo, della nazione araba, della leadership palestinese e dei partiti politici”, spiega Mohammed, “nelle strade palestinesi c’è un vuoto politico e di sicurezza, si verificano furti, omicidi e persino il saccheggio di sacche di sangue. Ogni minuto l’occupazione israeliana bombarda, distrugge, brucia e sposta la popolazione. L’odore del sangue è ovunque. Gaza è diventata una città fantasma. La popolazione di Gaza ha perso fiducia e speranza nel futuro e sta cercando di salvare i propri figli”.

La resistenza è un nostro legittimo diritto – continua – non mettiamo in discussione quella. La gente è uscita per dire basta alla guerra e alla distruzione. La gente si è schierata per dire che la macchina della guerra, delle uccisioni e del genocidio deve essere fermata. Chi non muore per i bombardamenti, gli incendi o il freddo, muore di fame, di sete e di mancanza di cure. Le persone hanno sperimentato ogni genere di morte, oppressione e umiliazione. Sono scese in strada per dire che la guerra deve essere fermata e che tutto ciò che può essere salvato deve essere salvato. Vogliamo proteggere i nostri figli costi quel che costi. Se mandar via Hamas dalla Striscia vorrà dire fermare i bombardamenti allora siamo pronti a farlo”.

In alcuni video postati su Telegram si vedono delle figure di riferimento per la popolazione di Beit Lahia che chiedono la fine del governo di Hamas: “Il loro governo ci ha distrutti, uccisi e ha rovinato le nostre vite, e tutti noi qui a Beit Lahia siamo fermamente impegnati a porre fine al governo di Hamas”, dicono mentre la folla li acclama. Hamas ha condannato attraverso le dichiarazioni di alcuni funzionari le proteste contro la guerra e l’organizzazione fondamentalista che governa Gaza. Un membro di spicco di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha definito i manifestanti «megafoni di Israele» e ha lasciato intendere che stiano tradendo il popolo palestinese. L’alto funzionario Osama Hamdan ha accusato Israele di «avere avviato le proteste». Durante le manifestazioni di martedì, dimostranti hanno insultato Hamdan criticandolo per aver invocato la «fermezza palestinese» mentre lui si trova all’estero. Il portavoce di Fatah nella Striscia di Gaza, Munther al-Hayek, ha invitato Hamas ad «ascoltare la voce del nostro popolo» e a lasciare il governo dell’enclave palestinese, affidandolo all’Autorità nazionale palestinese e all’Organizzazione per la liberazione della Palestina. È quanto ha riportato ieri l’agenzia di stampa palestinese Wafa, precisando che il portavoce ha fatto queste dichiarazioni dopo le proteste scoppiate martedì nella Striscia, nel corso delle quali sono stati scanditi slogan contro Hamas.

Al-Hayek ha affermato che «la presenza di Hamas è diventata una minaccia per la causa palestinese» e che l’organizzazione dovrebbe «ascoltare tutte le voci emerse nella Striscia di Gaza, per salvare il nostro popolo». Nel corso dei negoziati tenuti negli ultimi mesi, Hamas ha dichiarato di essere pronto a lasciare il controllo della Striscia di Gaza una volta cessate le ostilità con Israele, e ha accolto con favore la proposta di ricostruzione presentata dall’Egitto, che prevede un comitato di tecnici per la gestione del territorio palestinese nel corso della prima fase del piano.
Ma chi governa Israele non lascia spazio alla speranza. «I combattimenti a Gaza continuano. Più Hamas insiste nel suo rifiuto a rilasciare i nostri ostaggi, più potente sarà la pressione contro di loro. E dico questo ad Hamas: questo comprende la conquista di territori e altre cose che non spiegherò qui»: lo ha detto ieri il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, nel suo intervento alla Knesset riportato da Haaretz. La mattanza continua.

27 Marzo 2025

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