Non passa la sfiducia
Nordio la butta in caciara e si salva: “Ce l’avete tutti con me”
Politica - di Angela Stella

Come previsto, ieri mattina l’Aula della Camera ha respinto (con 215 contrari e 119 a favore 119) la mozione di sfiducia al Ministro della Giustizia Carlo Nordio, sottoscritta da tutti i gruppi di opposizione, ad eccezione di Azione, avente ad oggetto il rimpatrio del generale libico Osama Njeem Almasri, capo della polizia giudiziaria di Tripoli e direttore del carcere di Mitiga, accusato dalla Corte penale internazionale di crimini di guerra e crimini contro l’umanità. L’accusa politica della minoranza parlamentare ruotava su questo punto: “il 21 gennaio 2025 la Corte d’appello di Roma, a seguito della mancata risposta del Ministro Nordio alle sollecitazioni del Procuratore generale in merito alle attività da porre in essere, non ha convalidato l’arresto e nella stessa giornata il criminale libico è stato rimpatriato a mezzo di un Falcon 900 italiano, partito da Ciampino già nella mattinata del 19 alla volta di Torino, molte ore prima che Almasri fosse scarcerato, e poi definitivamente per Tripoli, dove una volta atterrato è stato accolto trionfalmente”.
La mattinata era iniziata con una difesa a braccio del Guardasigilli inizialmente prendendola larga rispetto all’oggetto dell’atto parlamentare: “sono stato accusato di essere responsabile del numero dei suicidi in carcere, delle nomine del garante, del sovraffollamento carcerario, del panpenalismo, delle madri detenute, di una crociata contro le intercettazioni, del dossieraggio dei parlamentari e di altro. Il governo è accusato di slealtà verso la Camera” e, ha aggiunto, “si va avanti in un Cahier del Doléances complesso, che ricorda l’Inquisizione, nel quale mancano solo le accuse di simonia e bestemmia”. “Sospetto – ha proseguito il responsabile di via Arenula – che dietro questi attacchi così smodati, anche attraverso la stampa, via sia un tentativo di fermare quella che per noi è la madre di tutte le riforme: la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici e l’introduzione del sorteggio nei due Consigli superiori della magistratura. Bene, la riforma andrà avanti. E più saranno violenti, impropri e sciatti gli attacchi, più forte la nostra determinazione. E se voi farete del vostro peggio, noi faremo del nostro meglio”.
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Per quanto concerne, invece, propriamente il caso Almasri Nordio ha accusato la Corte penale internazionale di aver trasmesso atti “poco convincenti”, che “rivelano dubbi e inesattezze” “nella parte fondamentale che è quella del tempus commissi delicti”. Il responsabile di Via Arenula ha ulteriormente spiegato: “Il tempo, tra l’altro di 48 ore, che il ministro si è preso per cercare di capire gli aspetti delle accuse ad Almasri, non è stato un tempo dedicato a favorirne la fuga, l’uscita o la liberazione, ma è stato un atto dovuto da parte del ministro di rapportarsi con chi di competenza per capire se questo atto avesse avuto un seguito. Confermato dal fatto che quell’atto era così sbagliato che la stessa Corte dopo lo ha mutato”. Secondo Nordio, infine, anche la Corte d’appello non sarebbe esente da responsabilità: avrebbe potuto e dovuto intervenire anche senza l’intervento del Ministro.
“La sua difesa d’ufficio di un torturatore libico è una delle pagine più vergognose a cui questo Parlamento è stato sottoposto, e quanto a pagine vergognose questo governo non si è risparmiato” ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein nella sua dichiarazione di voto. “La verità – ha proseguito Maria Elena Boschi , capogruppo di Italia viva alla Camera – prima di tutto. Il governo ha il dovere di rispondere e di dire la verità, ma su Almasri non è stata detta e qui c’è il fallimento di questo esecutivo. Il presidente del Consiglio non ha risposto. Nordio ha spiegato in Aula che il generale libico è stato liberato per un cavillo giuridico e mentre lo diceva il resto del Governo ha continuato ad affermare, ovunque tranne che in Parlamento, che è stato scarcerato per interesse nazionale. Noi non vogliamo che Nordio si dimetta perché indagato, perché noi siamo e restiamo garantisti, ma perché ha mentito”.
Per il segretario di +Europa Riccardo Magi: “Crediamo che lei Ministro abbia avuto un’enorme responsabilità e l’abbia assunta per motivi politici. Nelle prime ore di quei fatti, il Governo ha mentito agli italiani e al Parlamento, Chigi non poteva non sapere. Lei ha preferito non prendere in mano il fascicolo e mettere in pratica un’inerzia che di fatto ha annullato un mandato di cattura internazionale che lei avrebbe dovuto eseguire con una procedura di consegna”. Angelo Bonelli di Avs ha accusato invece il Ministro di “Non ha avuto il coraggio di ricordare le vittime del boia Almasri, di coloro che sono stati torturati e assassinati. Non si può nascondere dietro i cavilli giuridici, perlopiù falsi, quelle persone chiedono giustizia . Ha fatto l’avvocato di Almasri e ha coperto un boia, un criminale, uno stupratore”, per questo chiediamo le sue dimissioni. Come fa ad andare tranquillo a dormire?”. Per il M5S è intervenuto Federico Cafiero De Raho: “Ministro, lei anche oggi ci ha parlato di temi che nulla c’entrano con la questione Almasri. Lei ha fatto un giuramento che le impone il rispetto della Costituzione e della legge e invece ha violato entrambe, oltre a dire cose destituite di fondamento dentro quest’aula. Lei aveva il dovere di parlare con la Cpi e eventuali problemi che ostacolavano l’arresto di Almasri, la legge non le dà alcuna possibilità di valutare e scegliere, lei doveva solo dare seguito al mandato di arresto della Cpi emesso verso un delinquente accusato di crimini di guerra e contro l’umanità”.
Antonio D’Alessio, deputato di Azione, ha spiegato invece il perché della mancata sottoscrizione della mozione di sfiducia e l’abbandono dell’Aula nel momento del voto: “Condividiamo le valutazioni politiche dei proponenti la mozione di sfiducia al ministro Nordio, ma non l’efficacia dello strumento che rischia di compattare la maggioranza. Abbiamo tante volte criticato l’operato del ministro della Giustizia e valutiamo tutta la vicenda dell’arresto e della liberazione del generale Almasri connotata dalla mancanza di trasparenza per noi intollerabile e che ci indigna”. A difesa di Nordio, tra gli altri, il deputato di Forza Italia Pietro Pittalis: “L’attacco delle opposizioni nulla ha a che vedere con la scarcerazione del generale libico, ma perché noi rappresentiamo la rottura di quel sistema che ha ingessato la Giustizia in Italia e ha impedito ogni tentativo di riforma”. A parere della deputata della Lega, Simonetta Matone, “raramente si è assistito in questo Parlamento tanta scomposta aggressività nei confronti di un ministro come in questa vicenda; aggressività accompagnata da pigrizia intellettuale, sciatteria e malafede”. Come per Nordio, pure per Galeazzo Bignami, capogruppo di Fdi alla Camera, “Nel momento in cui si vara la riforma della giustizia, qualcuno si sente toccato nel vivo. Il problema non è Almasri, è il fatto che andiamo a scardinare il malsano rapporto tra politica e magistratura”.