Il caso dell'iraniana
Marjan Jamali libera ma ancora accusata di essere una scafista: giudici sordi rispetto alle prove della sua innocenza
Qualsiasi prova evidente di innocenza della donna venga esibita, qualsiasi testimone parli in sua difesa, il Tribunale finisce sempre col dire che non ritiene mutato il grave quadro indiziario.
Cronaca - di Angela Nocioni

È libera soltanto per decisione del Tribunale delle libertà, che ha disposto l’opposto di quanto hanno deciso i giudici del Tribunale di Locri, Marjan Jamali, l’iraniana trentenne scappata nell’ottobre del 2023 da Teheran con il figlio di otto anni e sbattuta in cella appena sbarcata a Roccella Ionica con l’accusa di essere una scafista.
Ad additarla come tale erano stati tre dei migranti (resisi poi subito irreperibili) che durante la traversata avevano tentato di stuprarla e che avevano minacciato di vendicarsi nei suoi confronti e verso il ragazzo iraniano che l’aveva difesa, Amir Babai anche lui indicato da loro come scafista e per questo da 500 giorni in cella. Dice il difensore di fiducia della donna, l’avvocato Giancarlo Liberati: “Nella stessa giornata il Tribunale di Locri ha rigettato l’istanza di modifica delle misure cautelari e il Tribunale del riesame ha accolto il ricorso del difensore e ha ordinato l’immediata scarcerazione. La motivazione del Tribunale Locri, che non capisco viste le prove evidenti di innocenza portate in Aula, è che i giudici ritengono ancora sussistenti non meglio indicati gravi indizi di colpevolezza. Il Tribunale del Riesame invece ha evidentemente rilevato l’inesistenza di tali indizi. Alle 9, prima che iniziasse l’udienza del tribunale del riesame sulla richiesta di scarcerazione di Marjan, è stata notificata l’ordinanza del tribunale di Locri con la quale, a seguito della mia richiesta di modifica degli arresti domiciliari (concessi dal Tribunale del riesame a maggio, dopo il rigetto del tribunale di Locri) con l’obbligo di dimora nel territorio del Comune di Camini ma senza il braccialetto elettronico. Poco dopo, alle 10, è iniziata l’udienza del tribunale del riesame durante la quale i giudici hanno chiesto la trascrizione dell’udienza del 24 marzo, l’ho depositata alle ore 14 insieme alla ricevuta dei 14mila dollari del pagamento del viaggio per Marjan e per suo figlio all’agenzia di Teheran usata dai trafficanti. Alle 19,55 i carabinieri di Riace sono andati a notificare a Marjan l’ordinanza del tribunale del riesame con cui è stata messa immediatamente in libertà”.
Per un’ennesima volta, quindi, si è assistito a Locri alla completa e incomprensibile sordità dei giudici di quel tribunale alle ragioni della difesa di Marjan Jamali. Qualsiasi prova evidente di innocenza della donna venga esibita, qualsiasi testimone parli in sua difesa, il Tribunale finisce sempre col dire che non ritiene mutato il grave quadro indiziario. Per il 14 maggio è attesa la requisitoria del pm. Il 28 maggio ci sarà la discussione della difesa e la sentenza.