La proiezione in anteprima a Napoli
‘Pino’, troppe le aspettative per il documentario su Pino Daniele
Nel complesso è un lungometraggio da guardare. Qualche dubbio sul montaggio e sulla scelta del materiale utilizzato, in gran parte già presente nella mostra 'Spiritual'. Nello specifico, sono discutibili le modalità con le quali è stato mostrato. Strana la scelta di far vedere dei 'video clip' di quattro canzoni del grande musicista, piuttosto che rivelarne delle loro versioni live o studio. Tre le chicche in particolare: gli audio con le parole di Pat Metheny, Chick Corea ed Eric Clapton; qualche immagine del Pino Daniele papà e quelle sul concerto storico svoltosi nel 1981 a piazza del Plebiscito; ciò che ci siamo persi: una superband composta da tre chitarristi, tra cui Al Di Meola, nella quale Pino Daniele avrebbe solo suonato e scritto la musica. Alla voce ci sarebbe stata una donna
Cultura - di Andrea Aversa

Tutto sommato il lungometraggio è interessante. A tratti anche emozionante. Facile quando si parla di Pino Daniele e lo si fa a Napoli. Difficile è sicuramente cercare di rappresentare in modo nuovo e non banale, la vita di uno dei più grandi musicisti di sempre. Soprattutto facendolo in soli 90 minuti. Molti dei presenti che hanno affollato la sala 6 sold out del cinema Metropolitan di Napoli, hanno applaudito.
‘Pino’ il documentario sul Pino Daniele
Chissà se altri come me sono rimasti delusi. Stiamo parlando dell’anteprima di ‘Pino‘ il documentario di Francesco Lettieri dedicato al cantautore e chitarrista partenopeo. Il docufilm è stato prodotto da Grøenlandia, Lucky Red e Tartare Film, distribuito da Lucky Red, in collaborazione con Netflix e TimVision e sarà nei cinema lunedì 31 marzo, martedì 1 aprile e mercoledì 2 aprile.
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La proiezione in anteprima al cinema Metropolitan di Napoli
Perché il documentario ha deluso le aspettative? Perché per il decennale della scomparsa di Pino Daniele, nell’anno in cui avrebbe compiuto 70 anni, anno caratterizzato da molteplici celebrazioni dell’artista, dopo che la Fondazione di famiglia ha rivelato tanto materiale inedito e con l’organizzazione della splendida mostra ‘Spiritual‘ presso il Palazzo Reale di Napoli (che ha molte delle cose presenti nel docufilm, si poteva variare un pò?), ci si sarebbe aspettato di più. O comunque, sarebbe stato più soddisfacente guardare e ascoltare molte più cose di Pino Daniele che non si erano mai viste e sentite.
Ancora in sala lunedì 31 marzo, martedì 1 aprile e mercoledì 2 aprile
Invece, il documentario si perde un po’ troppo nel mostrare le origini del chitarrista, gli inizi in quella Napoli nota a tutti. Una città raccontata con le iconiche immagini tra i vicoli e quelle dall’alto. Ormai un’abitudine di chiunque giri qualcosa nel capoluogo campano. Poi, in modo troppo veloce e forse superficiale, si narra l’evoluzione del cantautore e ciò che egli diventa. Peccato che sia messo un po’ da parte il ‘come‘ tutto ciò è avvenuto.
Troppe le aspettative: perché ‘Pino’ ha deluso
Incomprensibile, secondo noi, la scelta narrativa di far vedere dei ‘video clip‘, interpretati da attori, delle canzoni ‘Cammina cammina‘, ‘Chill è nu buono guaglione ‘, ‘Quanno chiove‘ e ‘Allora si‘. Un modo creativo per dimostrare l’attualità di alcune tematiche sociali cantate da Pino Daniele? Ma non sarebbe stato meglio lasciarle suonare a lui, magari attraverso qualche raro live o mostrandone la genesi in studio di registrazione?
Cosa manca nel documentario
Nel comunicato stampa del documentario è stato scritto che le clip sono state realizzate, “perché i protagonisti dei suoi testi camminano ancora per i vicoli di Napoli e le canzoni di Pino sono ancora in grado di raccontarli, di raccontare la Napoli del presente e di quello che diventerà“. Motivazione legittima e condivisibile ma anche scontata considerato che l’arte di Pino Daniele è immortale proprio per i suoi testi sempre attuali, soprattutto in una città – nel bene e nel male – incapace di cambiare e di evolversi in molti dei suoi aspetti.
Pino Daniele e una musica ancora attuale di denuncia sociale
Nel documentario si sentono le parole che artisti come Pat Metheny, Chick Corea ed Eric Clapton hanno dedicato a Pino Daniele. Ma non ci sono molte immagini del chitarrista che prova o suona dal vivo con questi musicisti. I narratori del docufilm sono le persone intervistate che raccontano Pino Daniele attraverso il rapporto che ognuna di loro aveva con lui.
I grandi musicisti che hanno suonato con Pino Daniele
Principalmente si tratta dei musicisti storici con i quali il cantautore ha suonato nell’arco della sua carriera. Anche in questi caso, tranne per una parentesi riservata al memorabile concerto del 1981 in piazza del Plebiscito a Napoli, ci sono pochi video dei live o dei backstage che Pino Daniele ha vissuto con loro.
I live, i backstage, gli altri ‘compagni di viaggio’
Solo un fotogramma dedicato al tour da record che ha visto Pino Daniele condividere il palco con Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e Ron. Nulla sulla reunion del ‘super gruppo‘ composto da Tullio De Piscopo, Tony Esposito, Joe Amoruso, Rino Zurzolo e James Senese. Neanche un secondo alla serie di concerti che Pino Daniele ha tenuto nel 2013 al Palapartenope di Napoli.
Pino Daniele e Napoli
Per l’occasione l”Uomo in Blues‘ era ‘tornato a casa‘, ‘aveva fatto pace‘ con la sua città e come un mentore, come un umile maestro, era riuscito a portare sul palco, tutti insieme, i principali musicisti e cantanti napoletani, di varie epoche storiche. Per la serie, sono Pino Daniele ma non dimentico da dove sono venuto, chi mi ha ispirato e soprattutto chi continuerà a suonare e scrivere canzoni dopo di me.
È solo la nostra opinione: noi amiamo Pino Daniele
Perché il ‘Mascalzone Latino‘ era anche questo e della rappresentazione del Pino Daniele ‘uomo‘, della persona e non solo del musicista, l’unica parte davvero topica è quella iniziale: un inedito Pino Daniele in versione super papà. Cosa avrà motivato regista e sceneggiatori a confezionare così il documentario? Le loro visioni artistiche, le loro necessità commerciali, la mancanza di altro materiale, l’assenza di ulteriori autorizzazioni per diritti d’autore e copyright? Non lo sappiamo. Peccato perché ‘Pino‘ è un’occasione persa. Almeno secondo la nostra opinione da semplici spettatori e super amanti di Pino Daniele.