Il ritorno dei Carabinieri ai Servizi
Caso Paragon, Meloni silura l’ex generale Del Deo numero 2 del Dis
L’ex generale dell’esercito Del Deo collocato in pensione (a 51 anni) da Palazzo Chigi. Era stato nominato la scorsa estate. Al suo posto in arrivo il generale dell’Arma Mario Cinque
Giustizia - di Paolo Comi

Ai Servizi si torna al tradizionale “usato sicuro”: fuori gli ufficiali dell’esercito, dentro quelli dei carabinieri. È durato pochi mesi l’incarico dell’ex generale dell’esercito Giuseppe Del Deo al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis). Promosso lo scorso anno alla vigilia di Ferragosto numero due del Dipartimento che coordina l’Aisi e l’Aise, Del Deo, enfant prodige dell’intelligence, in questi giorni è stato “scaricato” senza tanti convenevoli dal suo autorevole sponsor: la premier Giorgia Meloni. Una carriera rapidissima quella di Del Deo che solo pochi mesi prima era stato nominato vice direttore dell’Aisi.
Contro di lui deve aver pesato la gestione, ancora tutta da chiarire, delle intercettazioni preventive effettuate proprio dall’Aisi, e di cui era il responsabile, che hanno riguardato anche l’ong Mediterranea. Si tratta di un numero molto elevato di ascolti, alcune fonti dicono circa 300 “target”, autorizzati dalla Procura generale di Roma e sui quali vige il più assoluto riserbo. Al suo posto è destinato il generale dell’Arma Mario Cinque, già capo di stato maggiore durante la gestione di Teo Luzi e a sua volta sponsorizzato dal sottosegretario Alfredo Mantovano. Del Deo, pur avendo solo 51 anni, verrà ora collocato in quiescenza grazie ad un Dpcm ad hoc di Palazzo Chigi. Una soluzione che evita possibili imbarazzi se un domani dovessero uscire particolari non proprio commendevoli sullo “spionaggio” preventivo da parte dell’intelligence. La decisione della premier di far fuori i carabinieri dalla direzione dei Servizi aveva lasciato l’amaro in bocca a viale Romania.
L’Unità lo scorso anno aveva raccontato di questo smacco senza precedenti dal momento che i carabinieri, forti della loro plurisecolare esperienza nel controllo del territorio e nel servizio delle informazioni, avevano sempre avuto ruoli di primo piano e responsabilità nei Servizi. Dal 2008, con governi di destra, sinistra e tecnici, al vertice dell’Aise, ad esempio, c’era sempre stato un generale dei carabinieri: Giorgio Piccirillo, Arturo Esposito e, per finire, Mario Parente. Quest’ultimo, in particolare, era stato al Ros fra gli stretti collaboratori del generale Mario Mori, anch’egli poi transitato ai Servizi come direttore dell’allora Sisde. L’arrivo di Meloni a Palazzo Chigi ha invece cambiato tutto. I rapporti fiduciari in questo genere di incarichi ci sono sempre stati. Con Meloni hanno però raggiunto punte inimmaginabili circa la “fedeltà”.
“Evidentemente in questo momento non siamo nelle grazie della premier e del suo potente entourage”, aveva raccontato la scorsa estate all’Unità un alto ufficiale del Comando generale che, per ovvi motivi, aveva preferito l’anonimato. “È mai possibile che fra tanti ufficiali d’esperienza che l’Arma può annoverare non ce ne fosse uno in grado di ricoprire un incarico al vertice dei Servizi?”, aveva aggiunto l’ufficiale. Il ritorno di carabinieri ai Servizi non può non essere una buona notizia in vista anche di incarichi futuri. In questi due anni e mezzo di governo di destra i cc sono stati infatti puntualmente esclusi da tutte le nomine che contano. Il posto di presidente di Fincantieri, lasciato libero dopo il tragico suicidio del generale Claudio Graziano, era stato subito assegnato all’ex ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta. Nulla da fare a Leonardo dove sono stati nominati due meloniani di stretta osservanza: Stefano Pontecorvo e Roberto Cingolani.
E nulla da fare anche all’autorità per la Cybersicurezza dove continua ad essere ben saldo il prefetto Bruno Frattasi pur a fronte degli attacchi, ormai una costante, alle reti. Il nuovo comandante generale dell’Arma, Salvatore Luongo, da parte sua sta cercando di riportare la Benemerita ai fasti del passato. “È opportuno che ogni forza di polizia svolga i propri compiti nella specialità in via esclusiva senza che ci siano ingerenze sovrapposizioni e ridondanze”, ha dichiarato di recente in audizione in Commissione difesa alla Camera. Fra le sue proposte, il ritorno dei carabinieri ausiliari per ripianare gli organici.