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Cos’è la Manosfera: il mondo misogino online dagli incel a Andrew Tate, le parole della serie tv “Adolescence”
La serie tv del momento, prodotta da Netflix, ha allargato il dibattito sulla rete e i suoi pericoli. L'idea misogina, vittimista e antifemminista secondo cui il mondo favorisca le donne
News - di Redazione Web

C’è un omicidio, un giallo agghiacciante, delle prove schiaccianti, l’incredulità che è dovuta anche alla mancanza di comunicazione in Adolescence, serie tv del momento prodotta da Netflix. E quando si parla di incomunicabilità si parla proprio di vocabolari differenti, di strumenti che mancano alle generazioni degli adulti per capire i più giovani. E quegli strumenti a volte sono le parole: come per esempio “manosfera“, una specie di microcosmo al maschile, complottista, vittimista. Alla base l’idea, quasi un’ideologia, secondo cui gli uomini sono le vittime di un mondo che invece favorisce le donne.
Per “manosfera” si indica tutto quel microcosmo di account sui social, youtuber, forum e siti che sostengono e propagandano teorie e opinioni misogine, antifemministe e ultraconservatrici. È un calco, dall’inglese “manosphere“, che davvero cita il film Matrix, come mostrato anche nella serie tv: chi prende la pillola rossa, “redpillate“, è quello che vede il mondo per quello che è realmente ovvero: normato e governato con un forte squilibrio a favore delle donne.
Quando si parla di manosfera si parla soprattutto degli incel, altra parola chiave che è l’abbrevazione della crasi tra “involutary” e “celibates”, ovvero celibi non volendo esserlo, eterosessuali che accusano le donne di eccessiva selettività nei confronti dei maschi. È la categoria più conosciuta perché negli ultimi anni la cronaca nera – con stragi e omicidi – ha reso il lemma molto conosciuto a livello mondiale. Quello degli incel però non è l’unica categoria che popola il microcosmo della “manosfera”.
Gli altri gruppi sono quello degli MRA, i “men’s rights activists”, gli attivisti per i diritti degli uomini, che ritengono che leggi e società siano sbilanciate giuridicamente a favore delle donne; quello dell’MGTOW, i “men going their own way”, gli uomini che vanno per la loro strada, che evitano nella vita di avere a che fare con le donne; quello dei PUA, i “pick-up artist”, gli “artisti del rimorchio”, ovvero quelli specializzati nella seduzione.
Altri particolari vengono fuori dalla serie. Per esempio la teoria 80/20, secondo cui l’80% delle donne è attratta o sceglie soltanto il 20% degli uomini, considerati più attraenti o dominanti. È una teoria che sarebbe ispirata a quella di Vilfredo Pareto, matematico italiano del XIX secolo, secondo cui il 20% delle cause genera l’80% degli effetti, e che genera frustrazione e odio di genere. Altro dettaglio che non passa inosservato è l’uso delle emoji da parte degli adolescenti.
Si è parlato di “manosfera” anche per quanto riguarda la rielezione di Donald Trump, tornato Presidente degli Stati Uniti anche grazie al “bro vote”, il voto dei giovani elettori maschi che si informano tramite contenuti prossimi, adiacenti o componenti proprio della manosfera. Anche Andrew Tate, ex campione del mondo di kickboxing considerato uno degli influencer della “manosfera” per via dei suoi contenuti esplicitamente misogini e machisti, ha sostenuto apertamente Trump alle presidenziali. Un’indagine della Commissione Europea condotta nel 2021 ha rilevato l’Italia come quarto Paese per attività legate a questo genere di contenuti o ambienti, dopo Germania, Regno Unito e Svezia.