Paradossi della "guerra commerciale"
I dazi di Trump colpiscono anche i pinguini: il caso delle isole Heard e McDonald, il territorio Antartico australiano disabitato

Anche i pinguini devono scontare la guerra commerciale imposta da Donald Trump a tutti i Paesi fuori dagli Stati Uniti, amici o nemici, per mettere fine a quello che il presidente Usa ha definito “un saccheggio” ai danni degli americani.
Effetto del “Liberation Day” celebrato mercoledì alla Casa Bianca dal tycoon, che ha imposto con una tariffa minima del 10 per cento sulle merci praticamente l’intero globo, spingendosi a tariffe del 49 per cento per la Cambogia.
Tra i Paesi colpiti dai “dazi reciprochi” ci sono però anche alcune isole sperdute e disabitate vicino l’Antartide: ricoperte da ghiacciai e abitate sostanzialmente dai pinguini, considerando che si ritiene che l’ultima volta che l’uomo sia arrivato lì risalga a 10 anni fa, Trump ha voluto colpire anche le isole Heard e McDonald.
Tecnicamente si tratta di “territori esterni” all’Australia, che però nella tabella mostrata nel Rose Garden dal tycoon a favore delle telecamere sono state elencate separatamente: per le due isolette è arrivato lo stesso “trattamento di favore” destinato all’Australia, una “special relationship” condivisa anche con Gran Bretagna, Brasile Argentina, Arabia Saudita e Turchia che ha spinto l’amministrazione ad imporre tariffe “solo” del dieci per cento.
Elenco separato per isole Heard e McDonald dovuto probabilmente alla volontà da parte di Washington di evitare ipotetiche triangolazioni commerciali da parte australiana: le due isole infatti sono addirittura sprovviste di edifici.
Ma gli scambi con le due remote isole Antartiche sono di livello minimo: Secondo i dati sulle esportazioni della Banca Mondiale, gli Stati Uniti hanno importato 1,4 milioni di dollari Usa di prodotti da Heard Island e dalle isole McDonald nel 2022, mentre nei cinque anni precedenti le importazioni da Heard Island e dalle isole McDonald variavano da 15mila dollari USA a 325mila dollari Usa all’anno.
Non a caso nei giorni scorsi il primo ministro australiano, Anthony Albanese, aveva affermato che “nessun posto sulla Terra è sicuro”. Sempre restando all’esempio “aussie”, desta ancora più scalpore il trattamento inflitto dall’amministrazione Trump alle Norfolk Island, isola principale dell’omonimo piccolo arcipelago situato a metà strada tra Australia e Nuova Zelanda, e come le isole Heard e McDonald “territorio esterno”.
Con una popolazione di poco più di 2mila abitanti, il governo Usa ha deciso di colpire il piccolissimo arcipelago con dazi del 29%, ben 19 punti in più rispetto all’Australia di cui pure fa parte avendo un rapporto unico col governo federale di Canberra. “Non sono del tutto sicuro che Norfolk Island sia un concorrente commerciale con la gigantesca economia degli Stati Uniti, ma questo dimostra ed esemplifica il fatto che nessun posto sulla Terra è al sicuro da questo”, è stato il laconico commento di Albanese alle tariffe imposte da Trump.