Ufficiale l'addio alla Corte

Orban accoglie Netanyahu a Budapest, lo schiaffo ungherese alla Cpi che chiede il suo arresto: “Tribunale politico”

Esteri - di Redazione

3 Aprile 2025 alle 16:19

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Orban accoglie Netanyahu a Budapest, lo schiaffo ungherese alla Cpi che chiede il suo arresto: “Tribunale politico”

Accolto con tutti gli onori che spettano ad un leader di governo, anche se al momento dello sbarco dal suo aereo di Stato tecnicamente le autorità locali avrebbero dovuto arrestarlo e consegnarlo alla giustizia, alla Corte penale internazionale che per lui ha spiccato un mandato di arresto.

Parliamo di Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano sbarcato nella notte all’aeroporto di Budapest assieme alla moglie Sara per la prima visita istituzionale in Europa da quando su di lui pende il mandato di cattura della Corte dell’Aja.

Ad attenderlo c’era il premier ungherese Viktor Orban, autocrate populista di estrema destra che lo ha accolto così via X: “Netanyahu è a Budapest, il luogo più sicuro d’Europa”. D’altra parte il leader ungherese già lo scorso novembre, quando la Cpi aveva spiccato il suo mandato d’arresto nei confronti di Netanyahu e dell’allora ministro della Difesa Yoav Gallant, accusati di crimini di guerra a Gaza, aveva parlato di “sentenza politica” invitando il premier israeliano a visitare Budapest perché, disse il leader ungherese, “non abbiamo alcuna intenzione di eseguire il mandato”.

Circostanza che si è verificata giovedì 3 aprile, con l’arrivo in Ungheria di Bibi. A nulla è valso l’appello del portavoce della Corte penale dell’Aja, Fadi El Abdallah, che ha ricordato alle autorità di Budapest come l’Ungheria sia “obbligata a collaborare con la Corte penale internazionale” avendo sottoscritto lo Statuto di Roma nel 2002, che ha istituito il tribunale internazionale.

Accogliere Netanyahu in patria è invece per Orban l’occasione per sfidare il consesso internazionale: secondo indiscrezione il suo governo potrebbe annunciare lo spostamento della propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, la capitale dello Stato ebraico non riconosciuta dalle Nazioni Unite.

È ormai certa invece la decisione da parte di Budapest di ritirarsi ufficialmente dalla Cpi, come confermato da Gergely Gulyas, capo dello staff di Orban: “Il processo legislativo inizierà oggi, in linea con gli obblighi giuridici costituzionali e internazionali dell’Ungheria”.

Scelta confermata poi in conferenza stampa congiunta con Netanyahu dallo stesso Orban: “Sono stato il primo ministro che ha firmato il documento di adesione alla Corte penale internazionale e ora ho firmato il documento per il ritiro. Il motivo è che è diventato un tribunale politico. E le decisioni della Cpi su Israele lo hanno dimostrato. Uno Stato democratico di diritto non può partecipare a questo”, la rivendicazione dell’autocrate ungherese.

Nella conferenza stampa congiunta Netanyahu da parte sua ha definito “coraggiosa” la decisione del collega ungherese. “Siete i primi, ma penso non gli ultimi“, ha detto Netanyahu a Orban, accusando la Cpi di essere una “organizzazione corrotta” che “minaccia la democrazia“.

di: Redazione - 3 Aprile 2025

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