Nuovi bombardamenti sulla Striscia

Cosa succede a Gaza, una mattanza senza fine: Netanyahu spietato fa strage di bambini

Colpiti nei radi ex scuole e strutture che ospitavano sfollati: tra le vittime anche 18 bambini. La denuncia delle Ong: “Divieto di accesso nel 65% del territorio”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli

5 Aprile 2025 alle 12:00

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AP Photo/Jehad Alshrafi
AP Photo/Jehad Alshrafi

Gaza, una mattanza senza fine. Continuano gli attacchi dell’esercito israeliano sulla Striscia, dove i raid dell’Idf sono ripresi il 18 marzo, rompendo una tregua fragilissima. Decine i morti: sono nelle ultime 24 ore almeno 112 palestinesi sono rimasti uccisi. Almeno 33, di cui 18 bambini, risultano essere morti in tre bombardamenti separati su altrettante strutture, ex scuole, che ospitano sfollati palestinesi nella zona di Gaza City. A riferirlo è Al Jazeera, che cita fonti locali, inclusa la protezione civile. L’esercito di Tel Aviv continua poi ad ampliare le proprie operazioni di terra a Gaza nord, con le truppe che si stanno spingendo nel quartiere Shejaiya, nella parte orientale di Gaza City. Le operazioni, spiegano i vertici militari, mirano a espandere la zona cuscinetto di Israele lungo il confine.

Intanto, denuncia l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), il 65% della Striscia è soggetta a divieto di accesso (“no-go”), o sottoposto ordine di sfollamento israeliano, oppure a restrizioni che impongono il permesso israeliano alle operazioni umanitarie. “Tutti i valichi sono completamente chiusi per i rifornimenti in arrivo, ormai da 2 mesi e “le operazioni umanitarie sono ostacolate”, scrive l’Ocha. Dalla cartina si desume che le zone di libero accesso e circolazione comprendono solo le zone di Gaza City con una porzione del nord, di Khan Yunis e Deir al-Balah e quindi una porzione della costa meridionale. Off-limits è una fascia che segue tutti i confini sia con Israele che con l’Egitto, la zona meridionale di Rafah, parte della costa e la fascia che taglia in due la Striscia est-ovest a nord di Deir al-Balah e a sud di Gaza City.

La morte di 15 medici e operatori umanitari a Gaza presi di mira a bordo delle loro ambulanze solleva ulteriori preoccupazioni sui «crimini di guerra da parte dell’esercito israeliano». Lo ha detto l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk al Consiglio di sicurezza. Turk ha chiesto un’«indagine indipendente, rapida e approfondita» sull’incidente del 23 marzo che i funzionari israeliani hanno affermato essere stato un attacco contro un gruppo di «terroristi». I corpi di 15 soccorritori e operatori umanitari, tra cui otto della Mezzaluna Rossa palestinese e uno delle Nazioni Unite, sono stati trovati vicino a Rafah in quella che l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) ha definito una «fossa comune».

Medici Senza Frontiere (Msf) è “sconvolta e rattristata dall’uccisione di un membro del suo staff, Hussam Al Loulou, morto insieme alla moglie e alla figlia di 28 anni”. Hussam e la sua famiglia, denuncia un comunicato dell’organizzazione, sono stati uccisi da un attacco aereo avvenuto la mattina del primo aprile a sud-ovest di Deir Al Balah, nella zona centrale di Gaza. “Hussam è il secondo membro di Msf ucciso a Gaza in sole due settimane e l’undicesimo dall’inizio del conflitto”, prosegue la nota, sottolineando come al pari di Hussam “centinaia di altre persone siano state uccise in tutta la Striscia dalla ripresa degli attacchi da parte delle forze israeliane, il 18 marzo”.

Secondo la ricostruzione dell’Ocha, il primo team di soccorso è stato ucciso dalle forze israeliane il 23 marzo e altri sono stati colpiti uno dopo l’altro per diverse ore mentre cercavano i loro colleghi scomparsi. “Le notizie che arrivano dal sud di Gaza sono profondamente allarmanti. Oltre 140mila persone sono state sfollate con la forza. I civili stanno fuggendo sotto il fuoco. La sofferenza della popolazione di Gaza deve finire. Dalla rottura del cessate il fuoco, oltre 300 bambini sono stati uccisi. Il blocco degli aiuti da parte di Israele, che dura da un mese, minaccia la vita di centinaia di migliaia di persone”. Così la commissaria europea alla gestione delle crisi, Hadja Lahbib, in seguito agli ordini di sfollamento forzato a Rafah. “Il World Food Programme ha annunciato che le sue scorte significative saranno presto esaurite. La popolazione di Gaza – ha avvertito – è intrappolata, senza un modo sicuro per sfuggire alla violenza. Devono affrontare livelli insopportabili di morte, malattie, distruzione e fame”.

“Il diritto umanitario internazionale è chiaro: gli aiuti umanitari devono raggiungere i civili in difficoltà. L’uso degli aiuti umanitari come strumento di guerra è vietato dal diritto internazionale” ha puntualizzato la commissaria, sottolineando la necessità di “tornare rapidamente a un cessate il fuoco duraturo” e di rilasciare immediatamente “tutti gli ostaggi”. “Alle persone sfollate a Gaza – ha concluso – deve essere garantito il diritto di tornare alle loro case in modo sicuro e dignitoso”.

5 Aprile 2025

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