Il femminicidio di Messina
Sara Campanella, la madre di Stefano Argentino che la perseguitava: “L’ho aiutato a scappare, non sapevo del delitto”

Ha aiutato il figlio a scappare, lo ha portato in auto nel B&B di famiglia a Noto, in provincia di Siracusa, dopo aver ucciso Sara Campanella, la ragazza di cui era ossessionato, ma senza sapere cosa avesse appena fatto il ragazzo.
È il racconto fatto ai carabinieri, a cui ha chiesto di rendere dichiarazioni spontanee, da Daniela Santoro. Si tratta della madre di Stefano Argentino, il 27enne studente di di Tecniche di laboratorio biomedico a Messina che lunedì 31 marzo ha ucciso a coltellate la sua compagnia di corso.
La donna, accompagnata dal suo legale, l’avvocato Stefano Andolina, ha sentito l’esigenza di andare dai carabinieri per raccontare quanto accaduto. Un racconto che, se confermato, aiuta anche a ricostruire come Stefano, sprovvisto di auto, sia riuscito a fuggire da Messina dopo il delitto e raggiungere Noto, dove è stato fermato dai carabinieri.
A portarlo lì in auto sarebbero stati i genitori. “Lunedì pomeriggio mi ha chiamato mio figlio, disperato, dicendo che voleva salutarmi perché si stava per uccidere – ha raccontato la madre -. Io sono rimasta sconvolta e gli ho chiesto il perché, lui mi ha parlato di un fallimento della sua vita, dell’incapacità di provare sentimenti. Io, che stavo andando ad Avola in auto, ho deciso di partire per Messina per andarlo a prendere. Del delitto, al telefono, non mi ha detto nulla”, le sue parole.
Per tutto il viaggio da Avola a Messina la donna è rimasta al telefono col figlio, temendo potesse farla finita e cercando di rassicurarlo. “Non sapevo ancora quello che aveva fatto”, ha detto ai militari nel corso delle sue dichiarazioni spontanee.
Una volta salito in auto il figlio è rimasto in silenzio per lungo tempo, non dicendo una parola. Madre e padre di Stefano decidono dunque di portarlo nel B&B di famiglia, in quel momento vuoto, per non fare preoccupare l’altro figlio che sta vivendo un periodo di fragilità.
È stato solo poco prima dell’arrivo nell’appartamento che il 27enne ha confessato il delitto ai genitori. Sconvolti per quanto appena saputo dal ragazzo, in particolare la madre ha scritto un biglietto, poi trovato dai carabinieri, destinato all’altro figlio per giustificare che non sarebbe tornata a casa.