Il femminicidio di Roma
Ilaria Sula, confessa la madre di Mark Samson: “L’ho aiutato a pulire il sangue in camera”, giallo sull’orario del delitto

Quattro ore di interrogatorio per confermare l’ipotesi degli inquirenti: Nors Manlapaz ha ammesso di aver aiutato il figlio Mark nell’occultare il cadavere della sua ex fidanzata, la 22enne studentessa universitaria Ilaria Sula.
Davanti ai magistrati romani ha infatti ammesso di aver aiutato il figlio a “pulire le macchie di sangue in casa” dopo che il ragazzo, 23enne studente di Architettura, ha ucciso a coltellate l’ex fidanzata con modalità che il gip nell’ordinanza di arresto a suo carico ne sottolinea la “freddezza e insensibilità” nel colpire di sorpresa e “brutalmente una persona che si fidava di lui”.
- Femminicidio di Ilaria Sula, anche la madre dell’ex fidanzato Mark Samson indagata per occultamento di cadavere
- Ilaria Sula, la confessione dell’ex Mark Samson e i dubbi sul ruolo dei genitori: “Non ci siamo accorti di nulla”
- Ilaria Sula trovata morta, il cadavere della studentessa scomparsa a Roma in una valigia: l’ex fidanzato confessa
“Ho sentito dei rumori e sono entrata in camera di Mark”, ha detto la madre del ragazzo ai magistrati, col pm Maria Perna che al termine del lungo interrogatorio, durato 4 ore anche per la necessità di un traduttore, ha formalizzato l’accusa di concorso in occultamento di cadavere.
Chi resta fuori dalle indagini è per il momento il padre del ragazzo, Rik Samson, che pare effettivamente non fosse presente in casa nelle ore del delitto. Proprio gli orari dell’omicidio sono uno dei punti chiave dell’inchiesta della Procura di Roma: nelle sue dichiarazioni ai magistrati Mark ha sostenuto di aver ucciso Ilaria tra le 11 e le 14 del 26 marzo, mentre in Procura l’ipotesi su cui si sta lavorando è che la morte della ragazza sia avvenuta già la sera precedente.
Ilaria si era recata a casa Samson, in via Homs nel Quartiere Africano, infuriata: poche ore prima il ragazzo era entrato nel suo appartamento nel quartiere San Lorenzo, aveva cercato di portare via il computer e aveva scattato alcune foto allo schermo che riportava chat private. A riferirlo a Ilaria era stata una coinquilina della giovane studentessa di Statistica alla Sapienza, così la 22enne si reca a via Homs per riprendersi alcune delle sue cose e, secondo la versione di Samson, era rimasta a dormire da lui perché si era fatto tardi e non vi erano più mezzi pubblici per tornare a casa.
Un racconto che non quadra per gli inquirenti: appare inverosimile che Ilaria, arrabbiata con Mark per aver tentato di prendere il suo pc da casa, si sia poi fermata a dormire nel suo appartamento, come sostiene il 23enne.
Altro elemento chiave è lo smartphone di Ilaria, che Mark ha utilizzato per giorni nel tentativo di depistare le indagini, fingendo che l’ex fidanzata fosse viva e inviando messaggi ad amiche e familiari della 22enne. Dall’analisi delle celle telefoniche, scrive Repubblica, è stato appurato che il cellulare di Ilaria è rimasto a casa Samson dal 25 sera fino alle 10:20 del giorno dopo: quindi si aggancia a celle fuori Roma, non lontano dalla scarpata Capranica Prenestina, vicino Poli, a circa 40 chilometri dalla Capitale, dove è stato rinvenuto il cadavere. Il segnale è stato rilevato alle 14:30 nei pressi di Monte Porzio Catone, tre ore dopo a Zagarolo, infine 20 minuti più tardi in un’area del comune di Roma.