Mai così male dal 1956

Stellantis, primo trimestre 2025 da incubo: la produzione di auto crolla del 42,5% e all’orizzonte ci sono i dazi di Trump

Economia - di Carmine Di Niro

8 Aprile 2025 alle 15:42

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Stellantis, primo trimestre 2025 da incubo: la produzione di auto crolla del 42,5% e all’orizzonte ci sono i dazi di Trump

Il 2025 rischia di essere l’anno più nero per l’ex Fiat. Nei primi tre mesi dell’anno la produzione di Stellantis, il gruppo franco-italiano nato dalla fusione di Fca (Fiat-Chrysler) e Psa (Peugeot-Citroen), è crollato rispetto allo stesso periodo del 2024, che era già stato un anno da incubo per la casa automobilistica guidata da John Elkann: tra auto e furgoni commerciali sono state prodotte 109.900 unità, con un calo del 35,5%.

I numeri sono stati forniti oggi da Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim Cisl, in un incontro a Torino. Per trovare un dato così basso nella produzione industriale bisogna risalire addirittura al 1956.

Ma soprattutto, come spiega Uliano, “i dazi aggraveranno ulteriormente la situazione”. All’orizzonte c’è infatti la guerra commerciale voluta da Donald Trump e dell’amministrazione statunitense contro praticamente tutti i Paesi considerati “nemici” per il deficit commerciale.

Per il comparto auto la guerra commerciale trumpiana significa dazi del 25 per cento su tutte le vetture importate negli Stati Uniti: tariffe che potrebbero avere conseguente disastrose per un settore già messo in crisi dalla concorrenza cinese e dalla transizione verde-elettrica imposta dalla commissione europea che ha trovato le cause automobilistiche impreparate, oltre ad un pubblico poco disposto a pagare certe cifre per le vetture europee sul mercato.

La risposta di Stellantis all’offensiva di Trump è stata quella di scaricare i costi sui lavoratori d’Oltreoceano: il colosso automobilistico all’indomani dell’entrata in vigore dei dazi ha infatti annunciato il licenziamento temporaneo di 900 lavoratori in cinque stabilimenti americani, dedicati alla produzione di gruppi propulsori e stampaggio, ma anche comunicato lo stop temporaneo alla produzione in due stabilimenti in Canada e Messico, quello di Windsor (in Ontario) e quello di Toluca (in Messico). Stellantis, ha spiegato nella mail inviata ai dipendenti Antonio Filosa, responsabile per le Americhe del gruppo, ha bisogno di “resilienza e disciplina collettiva per superare questo momento difficile”.

E se i dipendenti americani non se la passano bene, in Italia va ancora peggio. Nel Belpaese, come detto, la produzione di auto è ormai ai minimi termini: le auto prodotte nel primo trimestre 2025 sono state 60.533 (-42,5%), i veicoli commerciali 49.367 (-24,2%).

I numeri peggiori vengono registrati negli impianti Stellantis di Melfi, a Potenza, e Pomigliano d’Arco, a Napoli: nel primo “il dato produttivo sul primo trimestre rispetto all’anno precedente è fortemente negativo -64,6%, che va a sommarsi alle forti riduzioni degli ultimi anni”, spiegano dalla Cisl Basilicata. Melfi, denuncia il sindacato, “è lo stabilimento che in termini di volumi, insieme a Pomigliano, che perde la maggiore quantità di auto, con 16.210 unità in meno rispetto al primo trimestre 2024”.

Nella storica fabbrica torinese di Mirafiori il primo trimestre 2025 ha fatto segnare una produzione di 9.860 auto rispetto alle 12.680 rilevate nel 2023 (-22,2%), con la quasi totalità dei volumi rappresentati dalla 500 elettrica.

Nei dati presentati dal segretario generale Fim Cisl Uliano si fa poi un excursus sulla drammatica situazione di Maserati, col marchio del Tridente vicino all’encefalogramma piatto: nei primi tre mesi dell’anno da Mirafiori sono uscite 70 unità, lontanissimo dalle 10mila unità prodotte negli anni di punta delle produzioni Maserati.

“Un crollo – ha detto Uliano – determinatosi a seguito del fermo del 2024 delle produzioni delle Maserati Ghibli, Quattroporte e Levante, mentre le produzioni di Maserati Gt e Gc, anche nelle versioni Folgore full-electric, non hanno risposto alle aspettative. Tutti stiamo aspettando il lancio della 500 ibrida previsto per novembre 2025, che dovrebbe consentire un recupero dei volumi e speriamo una ripresa occupazionale”. Uliano ha aggiunto che è negativo “lo spostamento del lancio produttivo del nuovo modello Quattroporte nella sua versione full-electric dal 2025 al 2028 e non si ha più notizie del nuovo suv che avrebbe dovuto sostituire il Levante. Errori enormi sono stati compiuti su Maserati, è indispensabile che Stellantis chiarisca e definisca la nuova strategia che vuole adottare per Maserati, su modelli e volumi”, è di fatto l’appello alla dirigenza Stellantis del sindacalista Cisl.

8 Aprile 2025

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