I diritti violati nei Cpr

L’Asgi: “Decreto Albania a braccetto con il dl sicurezza”

Dopo il decreto immigrazione approvato dal Cdm lo scorso 28 marzo, è cambiata la tipologia di persone candidate al trasferimento: non più uomini, donne e bambini intercettati in mare, ma migranti irregolari in Italia e destinatari di un provvedimento di espulsione.

Giustizia - di Angela Stella

9 Aprile 2025 alle 12:10

Condividi l'articolo

L’Asgi: “Decreto Albania a braccetto con il dl sicurezza”

Entro questa settimana è atteso il primo volo di migranti verso l’Albania. Dopo il decreto immigrazione approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 28 marzo, è cambiata infatti la tipologia di persone candidate al trasferimento: non più uomini, donne e bambini intercettati in mare, ma migranti irregolari in Italia e destinatari di un provvedimento di espulsione.

Intanto ieri la Camera dei deputati ha respinto le pregiudiziali presentate da M5s, Avs e Pd al decreto presentato in conferenza stampa dal Ministro Piantedosi meno di due settimane fa. Ma è arrivata la bocciatura da parte dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione che in un documento ha scritto: “Il trasferimento coatto oltre i confini nazionali di persone già trattenute nei Cpr segna un mutamento di paradigma. Si accentua ulteriormente, infatti, il trattamento giuridico e amministrativo radicalmente differenziato per le persone migranti, creando una frattura profonda nell’ordinamento giuridico nel suo complesso. Se, come spesso osservato, le politiche migratorie funzionano da specchio per la qualità dei diritti, ciò che oggi si riflette è l’immagine di una democrazia in fase di sostanziale ridefinizione”.

Secondo l’Asgi, il decreto immigrazione “è in stretto dialogo con il decreto legge cd. Sicurezza che il Governo ha approvato nei giorni scorsi. Si esaspera la contrazione dei diritti costituzionali quali la libertà di manifestazione del pensiero, il diritto all’abitazione, i diritti delle persone detenute ad esercitare i propri diritti anche all’interno dei contesti detentivi perché non smettono, sicché, di essere persone e in quanto tali titolari di diritti e della dignità”. “Diritti negati – scrive ancora l’Asgi – anche alle persone straniere trattenute nei Cpr. A tutti costoro si impedisce di resistere anche passivamente a ordini della polizia, determinando, tra le altre, anche una scala gerarchica tra le persone, sintomatica di un regime autoritario”. L’Asgi sarà tra le prime ad essere audite oggi in Commissione Affari Costituzionali della Camera dove è stato incardinato il provvedimento di conversione.

Per rimanere in tema di Cpr ieri pomeriggio dopo la visita al Cpr di Ponte Galeria a Roma, la Commissione Centri di Permanenza per i Rimpatri dell’UCPI insieme alla Camera Penale di Roma ha tenuto una conferenza stampa per illustrare “il viaggio dei penalisti nei Centri per i migranti” al fine di eseguire un monitoraggio su tutti i centri italiani, “volto a verificare le condizioni di detenzione e la qualità dell’informazione giuridica e del diritto di difesa”. Proprio Giuseppe Belcastro e Domenico Naccari, rispettivamente presidente della camera penale capitolina e referente commissione carcere della stessa, hanno denunciato come sia stato impedito ad alcuni avvocati da parte della Prefettura di accedere al Cpr. Ci hanno spiegato che era stata fatta richiesta per l’ingresso di otto legali ma il permesso è stato fornito solo a tre di loro.

“Abbiamo reiterato la richiesta una settimana fa – ci hanno detto i due legali – ma abbiamo ricevuto l’ennesimo diniego perché avremmo presentato la domanda con ‘poco preavviso’, facendo così mancare ‘i tempi per una istruttoria’”. Secondo Belcastro e Naccari si tratta “di un comportamento inaccettabile quello di impedire a degli avvocati di entrare in un Cpr. Come ci è stato permesso di entrare negli istituti detentivi da parte del Ministero della Giustizia, stessa cosa dovrebbe avvenire per i Cpr che così diventano ancora di più delle vere e proprie enclave oscure dove non è possibile accendere i riflettori del diritto”. Durante la conferenza stampa l’avvocato e responsabile dell’Osservatorio Cpr dell’Ucpi, Gabriele Terranova, ha altresì denunciato il fatto che “abbiamo potuto accedere solo alle aree comuni e non nelle celle dei migranti. Per fortuna avevano dei questionari da sottoporre loro sul diritto di difesa e quindi abbiamo potuto parlare con qualcuno di loro. Ma crediamo che gli agenti ci abbiano portato a colloquio solo quelli con minori criticità”.

9 Aprile 2025

Condividi l'articolo