Le indagini e l'operazione della Squadra Mobile
Studente sequestrato a San Giorgio a Cremano, in manette Antonio Amiral: aveva lavorato col padre della vittima. Il blitz nel nascondiglio dei rapitori e la caccia ai complici
Ieri un giovane di 15 anni è stato rapito mentre andava a scuola a Portici: almeno tre i sequestratori giunti a bordo di un furgone. Il ragazzo è stato trascinato con la forza, bendato e le sue mani sono state legate. Nel pomeriggio il rilascio, dopo il lavoro svolto dalla procura e dalle forze dell'ordine. Il 15enne è stato trovato e liberato in una stazione di servizio a Licola. Un membro della banda è stato arrestato: nel mirino altri due malviventi. Avevano chiesto al padre del giovane 1,5 milione di euro per il riscatto
Cronaca - di Andrea Aversa

Erano circa le 8 del mattino di ieri quando almeno tre persone sono giunte a bordo di un furgone bianco, poi risultato rubato, all’esterno del liceo Silvestri di Portici (località vesuviana in provincia di Napoli). Un energumeno col volto coperto e armato di pistola ha aperto la portiera, si è fiondato contro un ragazzo di 15 anni e lo ha trascinato con la forza dentro la vettura. All’interno il giovane è stato bendato e le sue mani sono state bloccate. Poi chi era alla guida ha spinto il pedale dell’acceleratore, fuggendo via a gran velocità. Dopo un po’ di tempo il padre della vittima, noto imprenditore organizzatore di eventi e gestore di alcuni locali, ha ricevuto il primo di tanti messaggi: “Dacci un milione e mezzo di euro o non rivedrai più tuo figlio“. Ma la caccia ai rapinatori era già iniziata. A dare l’allarme, un barista che aveva assistito alla scena e sentito le urla del giovane.
Il rapimento, la fuga e il rilascio: cosa sappiamo del sequestro del 15enne di San Giorgio a Cremano
La polizia è stata poi chiamata dai suoi genitori. Così gli agenti della squadra mobile, coordinati dalla procura di Napoli, hanno iniziato a indagare e a seguire le tracce dei sequestratori. Fondamentale l’ausilio dei filmati registrati dalle videocamere di sorveglianza poste in strada. Nel giro di otto ore, il sequestro lampo dello studente di San Giorgio a Cremano (altra località del Napoletano) era finito. Infatti, verso le 16, i poliziotti – su segnalazione di un cittadino – hanno trovato il ragazzo in un’area di servizio sull’Asse Mediano a Licola, una trentina di chilometri di distanza dal luogo del rapimento. Secondo quanto riportato da La Repubblica il rilascio era stato concordato tra i rapitori e il papà del giovane, a sua volta guidato dalle forze dell’ordine e dall’autorità giudiziaria.
L’allarme, le indagini e il primo arresto: chi è Antonio Amiral
Non solo, gli investigatori sono riusciti anche a trarre in arresto uno dei sequestratori: secondo il Corriere del Mezzogiorno, si è trattato del 24enne nato in Germania ma residente a San Giorgio a Cremano, Antonio Amiral. Quest’ultimo, in passato, ha lavorato con il padre della vittima. Aspetto che ha fatto emergere un dettaglio: i rapitori conoscevano bene la famiglia che avevano deciso di prendere nel mirino. Soprattutto ne conoscevano la disponibilità economica. Nel frattempo, il 15enne è stato trovato in buone condizioni di salute, nonostante il trauma subito. Eppure, il giovane ha avuto la lucidità di raccontare agli inquirenti i dettagli della tremenda esperienza che aveva vissuto. Grazie alla sua testimonianza è stato identificato e tratto in manette Amiral.
Il blitz nel nascondiglio e la caccia ai complici
Al fermo è poi seguito un blitz nel nascondiglio dove per qualche ora i rapitori hanno tenuto lo studente, un’abitazione nel quartiere Barra, area Est di Napoli. Ora magistrati e forze dell’ordine, tra cui i carabinieri di Torre Annunziata, stanno stringendo il cerchio intorno agli altri sequestratori. L’accusa per loro è di sequestro di persona a scopo estorsivo, aggravata dal metodo mafioso. Amiral è difeso da un avvocato d’ufficio. La famiglia del 15enne, dal penalista Michele Rullo. Ad oggi gli inquirenti, di cui fanno parte anche pm della Direzione distrettuale antimafia (Dda), stanno continuando a indagare. Lo scopo è quello di chiarire definitivamente dinamica e movente dei fatti. Per quanto ormai, sia l’una che l’altro pare siano quasi del tutto accertati.