La guerra commerciale
Trump, un bullo alla Casa Bianca: “Tutti in fila per baciarmi il cu..”, il tycoon esonda sui dazi

Con queste premesse la missione di Giorgia Meloni a Washington appare oggi come un viaggio suicida. Perché alla Casa Bianca non c’è un presidente ma un bullo che se ne frega della diplomazia.
Donald Trump dimostra ancora una volta “di che pasta è fatto” intervenendo ad una cena di raccolto fondi per il GOP, il Partito Repubblicano che ha schiacciato trasformando in un covo di estremisti di destra. A poche ore dall’entrare in vigore dai “dazi reciproci” il tycoon parla dei Paesi colpiti dalle tariffe che vorrebbero trattare con la sua amministrazione e li apostrofa così: “Questi Paesi ci stanno chiamando, mi stanno baciando il culo, muoiono dalla voglia di fare un accordo”.
Poi Trump si diletta anche in una sorta di imitazione dei leader stranieri: “‘Per favore, signore, facciamo un accordo, farò di tutto signore’”, le sue parole di fronte ad un pubblico divertito e che scoppia a ridere.
Trump: I’m telling you, these countries are calling us up kissing my ass. They are. They are dying to make a deal. pic.twitter.com/vuYHYX7Pqe
— Acyn (@Acyn) April 9, 2025
Su un punto il presidente non ha torto: a Washington è effettivamente iniziata la “processione” dei leader stranieri colpiti dalla guerra commerciale del nuovo corso Usa. Alla Casa Bianca si sono già recati il premier israeliano Benjamin Netanyahu, ma sono attesi anche delegazioni da Giappone e Corea del Sud, oltre alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni il prossimo 17 aprile.
Chi non è disposto a fare marcia indietro è la Cina. Il governo di Pechino ha sottolineato senza mezzi termini che “lotterà fino alla fine” contro i dazi americani, arrivati all’iperbolica cifra del 104 per cento.
Di fronte ad un pubblico amico Trump ha chiesto una sorta di “professione di fede” nei suoi confronti e della sua strategia, ammesso che ne abbia una, come fanno notare da giorni i più disparati economisti statunitensi sui quotidiani Usa.” Molti Paesi ci hanno fregato da destra e sinistra, e adesso è il nostro turno di fregarli, e renderemo il nostro Paese più forte”, sono state le parole del tycoon, che rivolgendosi ai repubblicani ha chiesto di “chiudere gli occhi” e approvare la “grande e bellissima legge” di tagli alle tasse e riduzione della spesa come da lui richiesto.
Trump si è poi vantato di aver avuto “i primi 100 giorni di maggior successo nella storia di questo Paese”, tralasciando il catastrofico tonfo di Wall Street, i colloqui di pace con Russia e Ucraina ancora oggi su un binario morto e lo sterminato elenco di iniziative della Casa Bianca stoppate dai giudici.