Delitto Chiara Poggi
Alberto Stasi e la semilibertà: spiragli nonostante il no della Procura
La Procura generale di Milano chiede di respingere la richiesta della difesa
Cronaca - di Frank Cimini

Ieri udienza per la concessione della semilibertà a Alberto Stasi condannato per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto del 2007 a 16 anni di carcere. La procura generale di Milano ha dato parere negativo chiedendo di respingere la richiesta della difesa davanti al Tribunale di Sorveglianza che si è riservato di decidere.
Sono positive le relazioni di operatori e educatori del carcere di Bollate in relazione al comportamento e al percorso di esecuzione della pena di Stasi già ammesso da tempo al lavoro esterno come contabile. Ma nonostante ciò la procura generale ha scelto di dare importanza all’intervista rilasciata alla trasmissione Le Iene senza chiedere l’autorizzazione. La difesa di Stasi ( non presente in udienza) invece aveva riferito che il parere era parzialmente positivo. Di qui un equivoco che poi sarebbe stato chiarito. Per ottenere la semilibertà non è necessario il “ravvedimento”. Nell’intervista Stasi proclamandosi innocente aveva risposto in modo sobrio e controllato senza fare considerazioni fuori luogo in relazione alla nuova indagine su Andrea Sempio.
Ma l’unico neo nel comportamento di Stasi dovrebbe essere facilmente superato dai giudici che decideranno tra qualche giorno. Almeno questa è la sensazione che trapela negli ambienti giudiziari. Sarebbe del resto assurdo negare un beneficio per il quale esistono tutti i requisiti per una mancata autorizzazione a parlare con i giornalisti quando in una precedente occasione l’ok ai giudici era stato chiesto. Alberto Stasi inoltre tra pochi mesi potrebbe chiedere anche l’affidamento in prova ai servizi sociali fino all’uscita definitiva dal carcere (dove si trova dal 2015) nel 2028. Intanto al Tribunale di Pavia per le indagini su Andrea Sempio il gip si è riservato di decidere sul conferimento dell’incarico peritale in relazione alla perizia genetica chiesta dalla procura. I pm sollecitano la ricusazione di Emiliano Giardina l’esperto nominato dal gip per una vecchia intervista sul delitto di Garlasco.
La difesa di Stasi chiede di escludere anche l’ex comandante del Ris Luciano Garofano consulente della difesa Sempio. Andrea Sempio non era presente all’udienza. In occasione del prelevamento del Dna il 23 marzo scorso era stato costretto ad attraversare una selva di telecamere e giornalisti davanti alla caserma dei carabinieri per responsabilità di chi aveva organizzato “l’evento”. Evidentemente non voleva ripetere la non piacevole esperienza (eufemismo). ”È una tortura ma tengo botta” sono le parole di Andrea Sempio riportate da uno dei suoi avvocati.