L''annuncio del presidente
La Francia verso il riconoscimento dello stato di Palestina
Gli stati europei che già riconoscono lo Stato palestinese sono: Svezia, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Norvegia, Irlanda e Spagna. E l’Italia quando?
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

La Francia potrebbe riconoscere lo Stato palestinese a giugno. Lo ha annunciato il presidente Emmanuel Macron che aveva già detto che un passo simile non era da considerare «un tabù». Gli stati europei che già riconoscono lo Stato palestinese sono: Svezia, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Norvegia, Irlanda e Spagna. E l’Italia quando?
Per il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, il riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia sarebbe «una ricompensa per il terrorismo». «Un riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese fittizio, da parte di qualsiasi Paese, nella realtà che tutti conosciamo, sarà una ricompensa per il terrorismo e una spinta per Hamas», ha dichiarato Saar su X. «Questo tipo di azione non porterà pace, sicurezza e stabilità nella nostra regione, ma il contrario: li allontanerà ulteriormente», ha aggiunto il capo della diplomazia israeliana. In un’intervista rilasciata al programma di France 5 «C’est a’ vous» al suo ritorno dall’Egitto e trasmessa ieri, il presidente francese ha detto: «Il nostro obiettivo è quello di presiedere, a giugno, insieme all’Arabia Saudita, questa conferenza (sulla soluzione dei due Stati) in cui potremmo finalizzare il movimento verso il riconoscimento reciproco da parte di diversi Paesi», ha aggiunto il titolare dell’Eliseo. Ad oggi, quasi 150 Paesi riconoscono lo Stato palestinese. Nel maggio 2024, Irlanda, Norvegia e Spagna hanno fatto questo passo, seguite dalla Slovenia.
Nel frattempo, a Gaza è l’inferno. Le autorità della Striscia hanno lanciato un allarme drammatico: il deficit di farmaci e forniture mediche ha raggiunto livelli senza precedenti. In un comunicato diffuso su Telegram, il Ministero della Sanità dell’enclave palestinese ha rivolto un appello urgente per l’invio di aiuti umanitari, denunciando il blocco imposto da Israele all’ingresso di medicinali e materiali sanitari. Secondo il ministero, attualmente il 37% dei farmaci essenziali risulta completamente esaurito, così come il 59% delle forniture mediche. «Le sale operatorie, le unità di terapia intensiva e i pronto soccorso stanno lavorando con scorte esaurite di medicinali salvavita». L’esercito israeliano si sta preparando a incorporare la città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, nella zona cuscinetto che sta istituendo lungo il confine. Lo hanno riferito delle fonti al quotidiano israeliano Haaretz, ricordando che quest’area di circa 75 chilometri quadrati, situata tra il Corridoio Filadelfia quello di Morag, ospitava circa 200 mila palestinesi prima della guerra cominciata il 7 ottobre 2023.
Nelle ultime settimane, tuttavia, è rimasta quasi completamente deserta a causa dei bombardamenti delle Forze di difesa di Israele (Idf). Se il piano dovesse essere attuato, la Striscia di Gaza perderebbe l’unico confine con l’Egitto e sarebbe completamente accerchiata dallo Stato ebraico. Dall’inizio del conflitto nella Striscia le vittime palestinesi stimate sono tra le 50.000 e le 62.000 (considerando i dispersi), oltre la metà delle quali bambini e minorenni.