L'omicidio in Colombia
Alessandro Coatti, la pista omofoba nel caso del biologo ucciso e fatto a pezzi: “Pericolo le bande di scopolamina”
Ritrovati altri resti del corpo del 38enne di Portomaggiore. La sostanza che annulla la volontà e abbandona svegli ma alla mercé degli altri La taglia da 50 milioni di pesos
Esteri - di Redazione Web

Non è esclusa nemmeno la pista dell’omofobia nell’omicidio di Alessandro Coatti, il ricercatore italiano ucciso e fatto a pezzi in Colombia, a Santa Marta. A rivelarlo, in un’intervista a Il Corriere della Sera, è Giancarlo Maria Curcio, ambasciatore italiano nella capitale Bogotà. “Quella di un crimine d’odio o di un incontro finito male. La Colombia è tollerante, c’è il matrimonio egualitario, ma certi casi non sono infrequenti: una persona trans giorni fa è stata vittima di un violentissimo agguato a Cali”. Sarebbero invece altre le modalità di narcos e altri gruppi paramilitari.
Altri resti del corpo del ricercatore sono stati ritrovati lo scorso fine settimana. Coatti era biologo molecolare, era arrivato in Colombia giovedì 3 aprile ed era scomparso due giorni dopo. I suoi resti erano trovati in posti diversi della metropoli. In una valigia, in una busta dell’immondizia, in un sacco vicino al fiume Manzanares. Possibile anche che il corpo sia stato smembrato per non farlo identificare o ritrovare.
Coatti era nato a Portomaggiore, in provincia di Ferrara. Dopo la laurea alla Normale di Pisa si era specializzato in neuroscienze nel Regno Unito dove aveva lavorato per la Royal Society of Biology. Aveva lasciato quel lavoro nel 2024 con l’intenzione di partire per il Sudamerica. Non aveva alcun precedente né alcun legame con la criminalità organizzata. Non si esclude comunque un ruolo dei cartelli, non si esclude neanche uno sbaglio come uno scambio di persona. Il sindaco di Santa Marta ha messo una taglia di 50 milioni di pesos – circa 10mila euro – per risalire a movente e dinamica dell’omicidio.
Stando all’analisi delle telecamere, sabato 5 aprile il 38enne era tornato all’hotel Marovi dopo una gita al parco di Tayrona. Era di nuovo uscito per la serata, si era diretto verso il Parque de Los Novios, una zona molto trafficata dai turisti ma anche caratterizzata da traffico di stupefacenti e prostituzione. L’ambasciatore ha anche ricordato l’abitudine delle autorità italiane dalle bande di scopolamina, una sostanza versata nei drink che “ti annulla la volontà. Cioè rimani sveglio ma sei alla totale mercé di qualcun altro e scatta la rapina. Il turista viene portato al bancomat e gli fanno prelevare un sacco di soldi oppure tramite il computer lo fanno collegare alla sua banca e gli svuotano il conto e poi lo abbandonano incosciente in qualche zona remota. È successo anche con molti italiani”.