Il secondo turno
Ecuador, Daniel Noboa si riconferma presidente: l’opposizione di sinistra di Luisa González lo accusa di brogli

L’Ecuador resta a destra. Il presidente uscente Daniel Noboa si è riconfermato alla guida del Paese sudamericano nel secondo turno delle presidenziali: per il leader del partito Azione Democratica Nazionale sono arrivati il 55 per cento dei voti, secondo i dati del Consiglio elettorale nazionale ha ottenuto il 55 per cento dei voti, contro il 44 per cento della sua sfidante, l’avvocata di sinistra Luisa González.
Voto che si è chiuso con un giallo: González ha detto di non riconoscere i risultati delle elezioni e ha parlato di brogli, pur senza fornire ulteriori informazioni o prove, annunciando di voler chiedere il riconteggio delle schede elettorali.
Elettori che evidentemente hanno premiato le “linee guida” del primo mandato di Noboa, durato circa un anno e mezzo: un mix di liberismo in campo economico, dando via libera all’iniziativa privata e riducendo l’intervento dello Stato nell’economia e nel welfare, e di brutale repressione della criminalità, anche a costo di palesi violazioni dei diritti umani, tra detenzioni di massa e uccisioni extragiudiziali sul modello di quanto fatto a El Salvador dell’autocrate Nayib Bukele.
Noboa ha 37 anni e nell’ottobre del 2023 diventò il più giovane presidente della storia dell’Ecuador, vincendo le elezioni anticipate organizzate dopo le dimissioni del suo predecessore Guillermo Lasso: nel primo turno del 9 febbraio scorso aveva ottenuto poco più del 44% dei voti, solamente 20mila in più rispetto a Luisa González e il suo Revolución Ciudadana.
Quest’ultima era di fatto considerata l’erede politica di Rafael Correa, l’ex presidente rimasto in carica per dieci anni tra il 2007 e il 2017. In un discorso in diretta sulle tv ecuadoriane González ha detto di rifiutarsi “di credere che esista un popolo che preferisca la violenza e la menzogna”, che “circa 11 sondaggi ci davano la vittoria, così come un exit poll” assicurando che “l’Ecuador sta vivendo una dittatura e la peggiore e la più grottesca frode elettorale della sua storia”.
Di diverso avviso Noboa, rampollo di una famiglia di imprenditori arricchitasi con la coltivazione e l’esportazione delle banane. Parlando ai giornalisti nella sua casa nella località balneare di Olon, sulla costa del Pacifico, ha rivendicato la sua vittoria come “storica, una vittoria con un vantaggio di oltre 10 punti, una vittoria di oltre un milione di voti che non lascia dubbi su chi sarà il vincitore”.