La novità
Perché i dati “pubblici” degli utenti di Meta saranno utilizzati per allenare l’intelligenza artificiale (e come opporsi)

Intelligenza artificiale sempre più integrata, sempre più presente, anche nelle app più comuni. Dopo averla integrata nelle sue principali app di Meta in Europa, da Instagram a Facebook e WhatsApp, ora la società guidata e fondata da Mark Zuckerberg è pronta ad introdurre ulteriori novità che andranno a coinvolgere i “dati pubblici” degli utenti europei.
I dati pubblici degli utenti europei a partire da questa settimana verranno impiegati da Meta per migliorare la propria IA. I cittadini Ue che utilizzano le app Meta dotate di intelligenza artificiale riceveranno una notifica di sistema, sia via app che per email, che spiegherà loro come i loro dati pubblici verranno utilizzati di fatto per “allenare” l’intelligenza artificiale di Meta, compresa la possibilità e il modulo per opporsi disponibile seguendo questo link.
Per “dati pubblici” si intendono tutti i post visibili a chiunque, vale a dire quelli accessibili a persone esterne alla propria cerchia di contatti: su Facebook, per esempio, è facilmente possibile scegliere se rendere un contenuto pubblico esclusivamente ai propri amici, all’utente che lo ha pubblicato o a tutti. Nei casi in cui il contenuto non sia pubblico, Meta non potrà utilizzarlo per addestrare la propria IA.
Le app di Zuckerberg in particolare avvieranno l’addestramento dei propri modelli di intelligenza artificiale utilizzando i contenuti pubblici condivisi dagli utenti adulti sulle sue piattaforme nell’Unione europea, comprese le interazioni degli utenti con Meta AI, il chatbot lanciato di recente in Ue e reso disponibile attraverso le proprie app di messaggistica. Per ovvi motivi di privacy i messaggi privati e i dati di tutti gli utenti under 18 non saranno utilizzati: altra eccezione riguarda WhatsApp, dove le chat con l’IA di Meta non verranno utilizzate per addestrare futuri modelli del colosso di Menlo Park.
Operazione che secondo la società di Zuckerberg punta a “migliorare la capacità dei modelli nel comprendere lingue, culture e specificità delle comunità europee”. “Si tratta di un aspetto particolarmente importante in un momento in cui i modelli di IA stanno diventando sempre più avanzati, con funzionalità multimodali che comprendono testo, voce, video e immagini”, spiegano da Meta.
Al di là delle dichiarazioni ufficiali, dietro l’utilizzo dei dati dei cittadini europei si cela la necessità sempre più evidente delle big tech di allenare ed alimentare le proprie intelligenze artificiali con contenuti generati da esseri umani.
Non manca poi da parte di Zuckerberg un attacco all’Europa e alle regole imposte da Bruxelles sull’intelligenza artificiale, ben più restrittive rispetto a quelle statunitensi. Meta infatti non manca di sottolineare il suo “rammarico” perché “sono trascorsi quasi dodici mesi prima di giungere a questo punto”.