La lettera del Quirinale

Legge Morandi, Mattarella firma ma richiama il governo Meloni sulle discriminazioni su vittime e figli di conviventi

Politica - di Redazione

15 Aprile 2025 alle 16:40

Condividi l'articolo

Foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica/ Quirinale/LaPresse
Foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica/ Quirinale/LaPresse

Tra Quirinale e governo Meloni l’attrito è evidente. Dopo i richiami sul ddl Sicurezza, poi diventato decreto tra i mugugni della Lega di Matteo Salvini, questa volta le perplessità del Colle riguardano la cosiddetta “legge Morandi”, approvata lo scorso 20 marzo dal Parlamento e in cui vengono riconosciuti benefici in favore vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale, come appunto il viadotto sul Polcevera crollato a Genova il 14 agosto del 2018.

Proposta di legge promulgata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che però non ha mancato di sollevare le sue perplessità con una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato, oltre che alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il capo dello Stato rileva come “taluni punti che non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione”. Suscita in primo luogo riserve la limitazione dei benefici previsti alla sola ipotesi di “vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale”. A parte l’incertezza interpretativa della categoria di infrastruttura “di rilievo nazionale” che non risulta di agevole determinazione, non è ragionevole e contrasta con il principio di eguaglianza di cui all’articolo 3 della Costituzione l’esclusione di analoghi benefici nel caso di vittime di cedimenti di altre sedi stradali”.

Per il presidente della Repubblica, “appare quanto meno fortemente dubbia anche la conformità al principio di eguaglianza della decisione di limitare i benefici ai casi di cedimenti stradali. Abbiamo purtroppo registrato, in passato, vittime causate da eventi relativi a strutture di altra natura, in particolare il cedimento di scuole, primo fra tutti il caso del crollo di una scuola elementare con la morte di tanti bambini presenti nelle aule con i loro maestri. Non si comprende pertanto perché non venga preso in considerazione ogni altro malaugurato evento analogo: basta pensare a ospedali, a strutture in cui si svolgono eventi sportivi o spettacoli, a strutture di altro genere”.

L’altro punto da sanare per il Quirinale riguarda le discriminazioni nel testo del provvedimento in ambito familiare. La pdl individua infatti criteri di priorità nella corresponsione dell’elargizione secondo questo ordine: il coniuge, i figli, la parte dell’unione civile, i genitori, fratelli e sorelle conviventi. Per Mattarella la collocazione della “persona stabilmente convivente o l’altra parte dell’unione civile” al terzo posto “appare discriminatoria”.

Il capo dello Stato a tal proposito cita la giurisprudenza costituzionale che “ha costantemente riconosciuto i diritti derivanti dalla convivenza stabile e dalle unioni civili, quali ‘rapporti ormai entrati nell’uso‘, ‘comunemente accettati accanto a quello fondato sul vincolo coniugale‘ e normativamente riconosciuti, affermando che ai conviventi di fatto e alle parti delle unioni civili – intese come tali ‘due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale’ – vanno riconosciute le stesse prerogative patrimoniali e partecipative del coniuge, pena l’illegittimità costituzionale, per violazione dell’articolo 3 della Costituzione, delle norme che differenzino i summenzionati rapporti senza adeguata, comprovata e ragionevole motivazione”.

Per Mattarella inoltre  “non appare tenere conto della giurisprudenza costituzionale” neppure la disposizione che “equipara al coniuge il convivente stabile nel solo caso in cui vi siano figli minori nati dal rapporto di convivenza”. La giurisprudenza, infatti, “ne esige l’equiparazione anche in assenza di figli minori”.

di: Redazione - 15 Aprile 2025

Condividi l'articolo